Castrignano del Capo (Santa Maria di Leuca, Salignano e Giuliano di Lecce)
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
SCAPECE
800 g di pesce azzurro.
1 l di aceto.
1 l di olio da frittura.
3 bustine di zafferano.
1 kg di pane.
Farina e sale q.b.
Infarinare il pesce, senza privarlo delle spine, e friggerlo fino a quando non avrà ottenuto un colore dorato. Farlo scolare su della carta assorbente e salare. In una terrina sciogliere lo zafferano nell’aceto e mescolare abbondantemente. Prendere il pane e rimuovete la mollica, sulla quale versare l’aceto fino a coprirla completamente, lasciandola riposare per alcuni minuti. Mettere in un contenitore molto alto e disporre un primo strato di mollica imbevuta d’aceto sul quale aggiungere uno strato, non troppo spesso, di pesce. Alternare i due strati fino al completo riempimento del contenitore. Fare marinare il tutto per almeno 24 ore.
PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE
BASILICA DI LEUCA
Un viaggio a Leuca è come ritornare nel passato e precisamente ai tempi di San Pietro, il quale in viaggio per Roma, sembra aver fatto tappa proprio qui. Fu allora che il tempio, dedicato alla dea Minerva sul promontorio japigeo (l’attuale Basilica), diventò luogo di culto cristiano. Dopo numerosi attacchi da parte di invasori turchi e saraceni, che sopraggiungevano dal mare, la chiesa, così come la vediamo oggi, fu ricostruita da monsignor Giovanni Giannelli tra il 1720 e il 1755, che diede alla struttura un aspetto fortificato per difenderla proprio dai saccheggiamenti. Con il Santuario furono costruiti anche gli edifici annessi per offrire ospitalità ai pellegrini. L’interno è ad un’unica navata e sull’altare maggiore si può ammirare il dipinto della Madonna con Bambino, opera del pittore Giacomo Palma Junior. Ai lati sono invece ubicati sei altari. L’organo, restaurato di recente, è del 1885 ed è situato sulla cantoria datata 1895. Il Santuario è stato eletto a Basilica minore il 7 ottobre 1990; da allora, la devozione verso la Madonna de Finibus Terrae è andata sempre più incrementandosi, tanto che oggi è meta di numerosissimi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Nel 2000 la Basilica-Santuario si è arricchita di tre bellissimi portoni in bronzo, opera dello scultore Armando Marrocco. Questi i nomi delle tre porte: Janua Coeli (la porta centrale), l’esodo (destra), Stella Maris (sinistra). Con i lavori di restauro sono state riscoperte due sale adiacenti, una destinata a museo e una a conferenze. All’interno delle sale sono state trovate delle nicchie scavate nei muri che servivano per far riposare i pellegrini che arrivavano a piedi dopo giorni e giorni di cammino. All’interno della Chiesa è sistemato un grosso masso monolitico, l’Ara a Minerva, che ricorda il culto alla dea Minerva a Leuca. Al lato opposto una targa in bronzo commemora l’equipaggio della Leon Gambetta, un incrociatore francese affondato al largo di S.M. di Leuca la notte del 26 aprile 1915, trascinando nei fondali 700 uomini. Nel piazzale si può ammirare la colonna Mariana, risale al 1694, opera di Filiberto Aierbo d’Aragona, duca di Alessano e principe di Cassano, sulla quale è stata collocata una Madonnina in preghiera, che riceve il saluto dell’Angelo posto all’inizio degli archi. La “croce monumentale” fu eretta a ricordo del pellegrinaggio del 21 ottobre 1901 promosso da mons. Luigi Pugliese in occasione dell’Anno Santo. Posta sul confine sud-ovest del piazzale, presenta quattro iscrizioni inneggianti a Cristo Redentore. Il faro, ovviamente, non passa inosservato, alto 102 metri, 55 a livello del mare e 47 dalla terra, è stato costruito nel 1864, ed è fra i più importanti d’Italia. La “Croce Pietrina” si trova sul viale che conduce alla Basilica tra gli alberi della pineta, ed è stata costruita a testimonianza del passaggio di S. Pietro.
CHIESA DI SAN PIETRO
La chiesa, che ha una lunghezza di 10 metri è stata costruita, come anche la Centopietre e la Chiesa di San Giovanni, a Patù, con massi isodomi provenienti dall’antica città messapica di Vereto. Dalle varie testimonianze storiche le origini risalirebbero al X secolo e sarebbe stata officiata dai monaci Basiliani o Benedettini. La Chiesa si volle edificata per ricordare il passaggio di San Pietro dall’estremo lembo d’Italia, a ricordo della predicazione è anche presente la Croce Pietrina, una colonna che sorge all’ingresso della Basilica di Leuca. Molti gli storici che occupandosi di Leuca hanno parlato della Chiesa di San Pietro. L’Arditi scrive: “a nord ovest dell’abitato circa un chilometro (oggi sono solo poche centinaia di metri n.d.r.) sorge la cappella di San Pietro che dicesi coetanea della venuta dell’Apostolo in questi luoghi, è dichiarata monumento nazionale di terza categoria sin dal 1871”.
CHIESA DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO
La chiesa ha subito nei secoli diversi interventi di restauro. Al suo interno è presente un organo del 1721, un affresco di autore sconosciuto raffigurante la pietà e alcune tele di pregevole valore artistico. Numerose sono le iscrizioni latine. A Giuliano si può inoltre visitare la chiesa “Madonna del Canneto” del XVIII secolo, al suo interno conserva una statua in legno della Madonna.
CHIESA DI SAN GIUSEPPE
La chiesa di San Giuseppe era tappa obbligata per i pellegrini che dai paesi dell’entroterra erano diretti al Santuario di Leuca. I lavori di Costruzione iniziarono nel 1620 grazie a frate Tommaso e frate Giacomo. La loro opera però fu interrotta ben presto. Quattro anni dopo, infatti, sopraggiunsero a Leuca gli algerini, che distrussero ogni cosa. I frati abbandonarono il luogo e la chiesa rimase in abbandono. Successivamente fu completata grazie alla popolazione di Castrignano e Salignano che vi costruirono anche un piccolo rifugio per i pellegrini. Decorazioni si possono ammirare sul portale d’ingresso. Oggi la chiesa si trova circondata da una grande pineta e viene aperta in occasione della festa di San Giuseppe il 19 marzo.
CHIESA DI SANT’ANDREA E DELLA PURIFICAZIONE
Sant’Andrea Apostolo è il protettore di Salignano e la chiesa madre è a lui dedicata. La costruzione fu iniziata nel 1788. A metà dell’opera però i lavori si bloccarono per delle controversie. Ripresero nel 1846 ma nuovamente furono interrotti. Giunsero a termine nel 1854. Un anno dopo, la chiesa fu consegnata ai suoi fedeli in occasione della festa del protettore. Si può ammirare inoltre la chiesa della Purificazione del secolo XVI al cui interno è conservato un pregevole quadro in tela “La Purificazione”. Sono presenti due cappelle, una del XX secolo, la “Madonna del Rosario” e la cappella Pirelli al centro del Paese.
CHIESA MADRE
A Castrignano del capo merita di essere visitata la Chiesa Madre dedicata a San Michele Arcangelo. I lavori iniziarono il 2 aprile del 1743 sulle rovine di una precedente chiesa, distrutta dal terremoto che il 20 febbraio dello stesso anno sconvolse tutta la penisola salentina. Fu completata nel 1751 e il 22 dicembre avvenne la consacrazione alla presenza del vescovo D. Luigi D’Alessandro, del Sindaco Bartolo Angelici e di tutta la popolazione. Il materiale usato nella costruzione è il cosiddetto “carparo”, calcare sabbioso duro che è molto resistente alle intemperie. Chiesa Madre Castrignano La chiesa misura 17 metri in altezza, 36 in lunghezza e 11 in larghezza. Il portone centrale è riccamente lavorato con bassorilievi (angeli, motivi floreali), da stemmi che ricordano la vecchia chiesa, e una statua in pietra di San Michele adagiata al centro di una cornice che poggia su due colonne laterali. La chiesa, ad un’unica navata ha sei altari laterali tre per lato e numerose tele raffiguranti S. Oronzo, San Michele, S. Giovanni Battista, la Madonna delle Grazie, la Vista di Maria ad Elisabetta. Vi è inoltre la statua in legno di S. Michele Arcangelo del 1707 opera del famoso scultore napoletano Nicola Fumo, intorno alla quale si sono create varie leggende, una delle quali attribuisce alla statua dei poteri soprannaturali che nel 1867 liberarono il paese da una spaventosa epidemia di colera. Alto circa tre metri e largo 2, con tutta la sua bellezza, spicca sopra il terzo altare a desta l’organo costruito da un illustre artigiano, Sebastiano Kircher nel 1751. E’ formato da una cassa a tre campane e 25 canne; dietro l’organo si trovano due mantici che servivano per immettere l’aria e farlo funzionare.
MADONNA DELLE RASCE
Si trova ad un chilometro della Basilica di Leuca, in aperta campagna nella zona detta Crimino, dove in passato esisteva un borgo nato dalla distruzione di Vereto e Leuca. I lavori iniziarono nel 1678 e si conclusero nel 1699; alla realizzazione della chiesa contribui tutta la popolazione. Sulle origini vi sono varie ipotesi, per il Tasselli la chiesa fu costruita da una donna di Alessano come ringraziamento alla Madonna per la grazia ricevuta. Per la credenza popolare, invece, a ricevere la grazia fu un massaio che si rivolse alla Madonna per salvare la vita alla giovane moglie in punto di morte per un parto difficile. La Madonna lo rassicurò e l’uomo si diresse verso una grotta in aperta campagna giunse nel posto indicato guidato da una luce celeste e in quel punto fu costruita la chiesa. Lo stile dell’edificio è settecentesco, ha una larghezza di 9 metri e una lunghezza di 11,50. Non presenta particolari decorazioni. Il nome di Madonna delle Rasce è da attribuire ai numerosi rovi che circondano la chiesa. Nel volume La Leuca Salentina, Giacomo Arditi scrive: “nei primi tempi fu molto frequentata; ma oramai non è da norasi altro se non che il clero di Salignano vi canta appena una messa il dì 8 settembre, ed un oblato, piuttosto per comodo suo che per zelo religioso, abita la vicina casuccia”. Da tempo è in abbandono.”
CHIESA DI CRISTO RE
I lavori di costruzione iniziarono nel 1896, su progetto redatto dall’ing. Pasquale Ruggeri, ma l’apertura al pubblico avvenne ben 40 anni dopo nel 1935. Alla realizzazione dell’opera contribuirono alcune nobili famiglie che avevano la residenza estiva. Realizzata in carparo è in stile romanico e gotico. L’interno si divide in tre navate. Da ammirare il pavimento in mosaico completato nell’agosto del 1934 e il rosone della facciata principale. I finestroni recano gli stemmi gentilizi delle nobili famiglie che parteciparono all’opera. Alla cerimonia di inaugurazione, nel 1935, intervenne il vescovo di Lecce Mons. Micelli.
BORGO TERRA
L’antico centro di Castrignano del Capo, Borgo terra rappresenta la prima società rurale del paese e risale al periodo delle nobili famiglie dei Fersini. Le contorte e strette viuzze si snodano tra le bianche pareti delle case a corte e caratteristici balconi che sembrano armonizzarsi a vicenda, soprattutto quando i raggi del sole li illuminano in pieno, creando suggestive e fiabesche visioni. La zona è ricca di oleifici antichi.
CASTELLO DI GIULIANO
Giuliano è un vero “gioiello” di storia, ricco di antiche testimonianze. Un bellissimo portale ci introduce nel centro storico, dove si può ammirare il Castello cinquecentesco, con il fossato e quattro bastioni, il menhir con “cappello” e la chiesa intitolata a San Giovanni Crisostomo.
GROTTE DI LEUCA
Il litorale, sia di ponente che di levante, è costeggiato da numerose grotte, ricche di iscrizioni greche e latine come la grotta “Porcinara”, o di reperti neolitici (ossa lavorate, ceramiche grossolane) come la grotta del “Diavolo”. Entrambe sono visitabili via terra. La grotta del “Diavolo”, si trova su Punta Ristola, misura quaranta metri in lunghezza e diciassette in larghezza e conduce direttamente a mare. Nel 1871, Ulderico Botti compì i primi scavi trovando interessanti ed unici reperti, oggi conservati nel museo di Lecce e Maglie. Furono rinvenute molte armi, utensili di selce e di osso e terracotte che testimoniano la presenza dell’uomo in epoca primitiva. Anche la grotta “Porcinara”, è di notevole importanza storica, gli archeologi nella zona hanno rinvenuto una struttura in doppia cortina muraria l'”eschera”. La grotta è stata scavata in tre ambienti, sulle pareti sono incise le iscrizioni a giove e si possono leggere nomi di navi e di personaggi mitologici come Madaraus, Rhedon, Afrodite. Restando sul versante di ponente e proseguendo con un’imbarcazione verso la marina di Felloniche, si incontrano numerose grotte scavate, in millenni di laborioso lavoro, dalla furia del mare che in questo lembo di terra è particolarmente intensa e suggestiva. Da ricordare sono la “Grotta del Fiume”, la “Grotta del Presepe”, le “Tre Porte”, che è tra le più conosciute e visitate con tre ingressi che si uniscono in un’unica cavità, la “Grotta del Bambino”, importante oltre che per i reperti archeologici rinvenuti anche per il ritrovamento di un molare di un bambino di circa 10 anni che costituisce il primo reperto tra i fossili neanderthaliani del Salento. Ancora abbiamo la “Grotta dei Giganti”, dove sono stati portati alla luce interessanti reperti archeologici, ossa umane, cocci bizantini e frammenti vari. Di interesse paleontologico la “Grotta della Stalla”, utilizzata molto spesso come rifugio dai pescatori sorpresi dal mare in burrasca. C’è poi la “Grotta del Drago” profonda circa 60 metri con una roccia sporgente che assomiglia alla testa di un drago. Dalle grotte di ponente a quelle di levante, anch’esse molto belle e affascinanti come le “Grotte Cazzafri”, ai piedi del promontorio japigeo ricche di stalattiti, la “Grotta del Morigio”, le “Grotte di Terrarico”, “Verdusella”, la “Cattedrale” le “Mannute” la grotta del “Canale” di “Ortocupo” e tante altre.
MENHIR “MENZI”
Giuliano è uno scrigno di tesori. La testimonianza più antica è il Menhir “Menzi” l’unico in provincia con “cappello”. Il centro abitato si ritiene fondato da un centurione romano e successivamente ingranditosi con la distruzione della città messapica di Vereto. Una passeggiata nel centro storico è un tuffo nel passato. La chiesa parrocchiale, del cinquecento ha subito nei secoli diversi interventi di restauro ed è dedicata a San Giovanni Crisostomo. Si può visitare inoltre la chiesa della Madonna del Canneto del XVIII secolo, che conserva una bella statua in legno della Madonna. Alla periferia del paese invece si trova la chiesetta di San Pietro, monumento nazionale di terza categoria dal 1871 (vedi capitolo sulle chiese). Non passa inosservato il castello con il suo fossato e i quattro bastioni. Il borgo antico è ricco di iscrizioni ed epigrafi latine alcune danneggiate dall’erosione della pietra. Molte ripartono brani biblici, altre motti di buon auspicio. Una delle più interessanti si trova sulla porta di un frantoio ipogeo, nelle vicinanze del Menhir: “impiantato non con speranze di guadagno – si legge – ma di libertà, nell’anno del Signore 1789”.
SCALINATA MONUMENTALE
L’acquedotto pugliese ha le sue opere terminali a Santa Maria di Leuca. A conclusione del lungo serpentone di condotte è stata realizzata una cascata, che sfocia in mare, tra due scalinate in pietra, che collegano il promontorio japigeo con il porto pescatori. L’acquedotto pugliese è tra i più importanti del mondo; le sue opere iniziarono nel 1906 e dovevano terminare dopo dieci anni, ma così non fu perché lo scoppio della prima guerra mondiale bloccò tutto. Conclusa la guerra i cantieri si riaprirono e si giunse nella marina nel 1939.
TORRE CINQUECENTESCA
La Torre, alta quindici metri e larga venti, è dotata di dieci piombatoi e cinque cannoniere ed è a forma circolare. In questo centro si può ammirare la Torre di difesa costruita nel 1550 come riporta un’iscrizione sull’architrave della porta d’ingresso.
TORRI COSTIERE
Come tutto il territorio salentino anche Castrignano del Capo, con il suo litorale, offre numerose torri costiere, alcune diroccate, altre distrutte di cui se ne possono vedere solo i ruderi. Furono fatte costruire dagli spagnoli e servivano per dare maggiore sicurezza alle popolazioni, sempre vittime delle incursioni devastatrici, che abitavano lungo la costa o nell’entroterra. Alcune erano torri-vedetta, altre di difesa. In località Marchiello si può notare quello che resta dell’omonima torre di forma tronco-conica; proseguendo verso Leuca, all’ingresso della marina, in buono stato di conservazione, vi è la torre dell’Omo morto. La sua edificazione risale al 1555 ad opera di Andrea Gonzaga e fino al 1860 fu abitata. Al suo interno sono state rinvenute delle ossa umane. Un’altra torre di difesa sorgeva sul promontorio japigeo ma oggi ne esistono solo labili segni, oltre ai testi degli storici locali. La torre più bella si trova nella frazione di Salignano al centro del paese. È stata costruita nel 1550. La base ha un diametro di circa 20 metri ed un’altezza di 15. Era una torre di difesa, ma grazie ad un tunnel sotterraneo gli occupanti, in caso di pericolo, potevano abbandonare la struttura e fuggire in aperta campagna.
PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE
DAL 26 AL 29 SETTEMBRE FESTA DI SAN MICHELE ARCANGELO e SS MEDICI
Durante l’ultima settimana di Settembre si festeggiano San Michele Arcangelo e ai SS. Medici. Il paese si prepara con grande devozione alla festa nella quale sono previste le tradizionali processioni del 26 e del 28 settembre, le bancarelle, le sontuose luminarie e un grande spettacolo di fuochi pirotecnici. San Michele è definito il guerriero celeste. È patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi e di tutti i mestieri che utilizzano la bilancia (farmacisti, pasticceri, droghieri).
15 AGOSTO SANTA MARIA DI LEUCA FESTA DELLA MADONNA DI LEUCA
La festa della Madonna di Leuca del Ferragosto è preceduta da diversi appuntamenti religiosi e civili che si alternano nei giorni immediatamente precedenti il 15 agosto. Si tratta di eventi ormai legati alla tradizione e che coinvolgono il Santuario di “Santa Maria de finibus terrae” e la Chiesa di Cristo Re nei pressi del lungomare di Leuca. La partecipazione agli eventi di ferragosto è ogni anno sempre più numerosa grazie alla partecipazione di fedeli e pellegrini provenienti da tutte le località della Puglia. Tra gli appuntamenti più attesi la processione con le fiaccole, l’intorciata, l’apertura della Cascata Monumentale, la processione a mare ed il meraviglioso spettacolo dei fuochi d’artificio a mezzanotte.
GIOVEDI MERCATO SETTIMANALE
DOMENICA MERCATO STAGIONALE SANTA MARIA DI LEUCA
19 MARZO FIERA DI S. GIUSEPPE
PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA
PIAZZA SAVOIA, N. 3 – SANTA MARIA DI LEUCA IAT INFO POINT LEUCA
Tel: 0833 758111
Mail: iatinfopointleuca@gmail.com
Mail: iatleuca@libero.it