Se a livello nazionale la parola speranza lascia strada ad una più rassicurante fiducia a vantaggio del termine ripresa, in provincia di Lecce serpeggia una maggiore cautela verso un contesto globale economicamente ancora incerto. L’augurio è che per tutto l’anno si registrino dati incoraggianti come avvenuto nel mese di dicembre, ma gli operatori commerciali sanno di dover convivere con un’altalena di flussi. La pensa così anche il presidente provinciale di Confesercenti Luigi Muci (nella foto), che individua anche i possibili comparti trainanti del futuro.
Presidente Muci, i dati del rapporto Coop-Nomisma sono confortanti per il 2018. Qual è la proiezione su Lecce e provincia?
Da quello che si sente in giro, dai sondaggi di questi giorni pare sia l’anno della ripresa.
Il finale dell’anno è stato buono, soprattutto da novembre in poi. In particolare a Natale abbiamo avuto ottime soddisfazioni così come anche l’Epifania ha fatto registrare dati migliori rispetto all’anno precedente, secondo i dati Confesercenti, con un +15% come spesa media pro capite.
Certo, gli ultimi due mesi ottimi non giustificano un anno comunque di crisi. Noi al Sud arriviamo sempre in ritardo rispetto al Nord, per cui immagino che la ripresa nel Mezzogiorno si farà sentire con qualche ritardo rispetto al Settentrione. E comunque tutto cambia a seconda dei diversi settori commerciali.
Quali sono i settori che stanno facendo registrare le performance migliori e quelli che stanno soffrendo maggiormente?
Ci sono settori in crescita come la ristorazione e il digitale: la ristorazione è l’unico settore che fa registrare aumenti dell’occupazione, sia a livello nazionale che locale, così come le imprese digitali sono in forte crescita e hanno una redditività doppia rispetto alle imprese normali, secondo i dati della Camera di Commercio. A soffrire, invece, sono la cultura e le botteghe artigianali, i centri storici si stanno spopolando e questo è un dato triste. Una situazione su cui ha influito la politica dei tagli: tutte quelle attività che riusciva a portare avanti la Camera di Commercio, molte sponsorizzazioni che giustificavano dei festival o attività di associazioni di categoria sono ridotte all’osso, quasi scomparse.
Se dovesse indicare una tipologia di impresa che nei prossimi anni è destinata a crescere quale proporrebbe?
Come Confesercenti a Lecce da qualche mese abbiamo aperto lo sportello franchising. Affianco ai settori tradizionali come il commercio e la ristorazione stanno esplodendo i servizi alle persone come i centri estetici, i centri benessere, le palestre o quelli dedicati ai servizi per gli anziani. Si segue la logica demografica: i giovani vanno via, il Paese sta progressivamente invecchiando. Perciò nascono e crescono sempre più le aziende rivolte ai servizi per gli anziani. Dieci anni fa si pensava all’abbigliamento o alla ristorazione, oggi invece si propende più per la cura del corpo e la cura della persona in generale.
Il futuro è quello. Pur in odore di un rinnovato entusiasmo, la parola d’ordine resta comunque quella della cautela.
Sì, andiamo cauti anche perché la nostra economia è a singhiozzo. Noi abbiamo come punti di forza il Natale, i saldi a gennaio, poi il commercio va a scemare, riparte in primavera con le cerimonie e i ristoranti che si riempiono, tocca il picco con il flusso turistico d’estate, poi scema di nuovo tutto.
Il 2018 resta un anno di attesa.
Articolo tratto da Belpaese