Galatina

Galatina

PIATTI E PRODOTTI TIPICI
AFRICANI
Ingredienti
8 tuorli
270 g di zucchero
Preparazione
Accendete il forno alla temperatura 180° e lasciatelo così per 40-45 minuti. Versate i tuorli in una terrina capiente, unite lo zucchero e montate in modo da ottenere un composto chiaro e spumoso. Distribuite il composto in dei pirottini di carta rettangolari o rotondi senza riempirli fino al bordo. Spegnete il forno, mettete i pirottini in una teglia e inseriteli all’interno del forno spento ma ben caldo. Lasciate asciugare i dolcetti per 20-25 minuti, facendo attenzione a non farli bruciare poiché devono risultare cotti ma bianchi.

PATATA NOVELLA SIEGLINDE
La Patata novella Sieglinde ha un sapore morbido e delicato, un colore giallo brillante e una polpa soda, particolarmente adatta alle insalate. La patata coltivata nel Salento e prodotto tipico di Galatina è una varietà di origine tedesca, merceologicamente classificata nelle patate di tipologia A, ovvero le migliori patate di qualità. I tuberi sono di forma allungata, del peso medio di 100 grammi e solitamente vengono venduti in sacchi a rete da 5 chilogrammi nelle botteghe dei fruttivendoli. La patata Sieglinde è omaggiata con una sagra ad Alliste, nel Sud Salento, nel mese di luglio.

 

 

VINO GALATINA DOC
Il vino Galatina DOC è pregiato e versatile, con le sue tipologie bianco, rosato, rosso, Chardonnay e Negroamaro. Il Galatina Doc Bianco, dall’odore delicato e gradevolmente fruttato, ha un sapore asciutto, con gradazione alcolica di 11 gradi e si abbina a piatti a base di pesce. Ottimo per gli aperitivi, anche frizzante. Il rosso è di un bel rubino, con riflessi mattone se invecchiato, dall’odore vinoso e intenso, sapore pieno, secco, robusto; anche nella tipologia Novello. Il rosato ha odore delicatamente vinoso, un po’ persistente e fruttato, c’è anche frizzante. Entrambi legano bene con antipasti saporiti, sughi e piatti a base di carne.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE
CHIESA MADRE SS. PIETRO E PAOLO
La Chiesa Madre (o Chiesa Matrice o Duomo), dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, Santi Patroni e protettori della città, risale ad epoca abbastanza antica anche se con sicurezza non è possibile precisare l’anno della sua fondazione. Comunque, approssimativamente intorno alla metà del XIV secolo, può essere stabilito almeno il tempo in cui venne dato inizio ad una delle più antiche costruzioni di questo tempio. Di certo in questa chiesa si officiò in rito greco sino ai tempi del pontefice Sisto IV (1471-1484), allorquando questi ingiunse a tutti gli ecclesiastici delle diocesi salentine di adottare il rito latino. Chiesa parrocchiale, ridotta nel tempo in precarie condizioni statiche, venne riedificata negli anni 1621-1633, [ Sul primo cornicione, oltre lo stemma della città, è riportata la seguente iscrizione: PRINCIPI APOSTOLORUM ORDO SACER ET CIVES GALATINAE URBIS AEDIFICAVERE A.D. MDCXXI. (M. Montinari, S.d.G., p. 164)] [ Sull’architrave del primo ordine vi è infatti la seguente iscrizione: PRINCIPI APOSTOLORUM ORDO SACER ET CIVES GALATINAE URBIS RAEDIFICAVERE A.D. MDCXXXX. (Guida di Galatina, p. 48) e da Parrocchia venne elevata a Collegiata nel 1664. La costruzione dell’edificio venne ripresa successivamente nel secolo seguente e portata a termine nel 1770. [ Al secondo ordine della facciata, nella cornice di coronamento posta ad architrave, è incisa la seguente iscrizione: INCHOATUM OLIM OPUS TANDEM PIETATE CIVIUM PERFECTUM A.D. 1770 D. ANGELO VERNALEONE SYNDICO].

CHIESA DI SAN PAOLO
Conosciuta dai più come Cappella delle Tarantate si trova in via Garibaldi ed è ubicata sotto il settecentesco palazzo Congedo. Ancora oggi, in occasione della festività dei Ss. Pietro e Paolo, è meta della curiosità di molti turisti e della devozione di qualche tarantolata. Interessante la tela, poco leggibile, raffigurante San Paolo. È qui che sino a tempi non molto lontani convenivano, in una modalità piuttosto appariscente, in occasione della festività dei Ss. Pietro e Paolo, i tarantati (o tarantolati) provenienti da diverse parti del territorio salentino (ricordiamo che Galatina ne era immune), quasi a ricordo del ‘tristo’ evento (il morso della taranta) incorso nella loro vita e, in modo forse più certo, per un ringraziamento della sopravvenuta guarigione al loro ‘stato di malattia’. Di qui essi, una volta ottenuto lo stato di grazia (o la guarigione), si trasferivano poi nella vicina Chiesa Matrice con forme e pratiche devozionali, che a noi oggi possono sembrare talvolta incomprensibili ed esagerate, di personale e spontaneo ringraziamento, che potevano sconfinare in ancestrali forme di antichi culti fino a rasentare vere e proprie forme di isteria e di idolatria.

BASILICA DI SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA
Fatta realizzare da Raimondello Orsini del Balzo ed iniziata nel 1383(1), poteva dirsi già compiuta nel 1391(2). Quest’ultima data è incisa sull’architrave della porta laterale della chiesa, posta alla sinistra dell’osservatore. E furono costruiti anche il monastero Orsiniano, che non è più quello che noi vediamo oggi ricostruito a ridosso della chiesa, e l’antico Ospedale, con diritto di patronato, attualmente denominato Palazzo Orsini e adibito a sede del Municipio.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LUCE
Sorge fuori le mura, ad Ovest della Città, nei pressi di via Gallipoli sulla omonima via Luce che ad essa conduce. Dell’impianto e dell’edificio originari poco o nulla è stato conservato in quell’ampio intervento di rifacimento operato nella prima metà del nostro secolo allorquando venne distrutto anche il bellissimo altare maggiore, opera della maestria dello scultore architetto Placido Buffelli di Alessano, realizzato intorno al 1670, poco prima della morte (1674) del committente mons. Adarzo de Santander. L’attuale facciata, in stile “neoromanico”, è stata costruita insieme con l’interessante Calvario in stile “neogotico”, che le è stato addossato all’esterno, sul lato della chiesa posto su via Luce. L’anno comune di riferimento di questo rifacimento è il 1933.

CHIESA DEL CARMINE
La sua storia è legata a quella dell’ordine monastico dei Carmelitani, già presenti in Galatina fin dal 1618. All’inizio questi avevano officiato in una piccola cappella sotto il titolo della Madonna del Muro. Dopo una prima ristrutturazione avevano reso questo luogo più solenne con la consacrazione dell’altare maggiore alla Madonna del Carmine. Dopo aver avviato i lavori della costruzione del convento già intorno alla metà del Seicento, nel 1652, a séguito della bolla di Papa Innocenzo X, furono costretti ad abbandonare tutto e a lasciare la città. Ma il loro allontanamento durò ben poco. Rientrati ben presto, nel 1674 essi presero possesso del nuovo monastero, articolato intorno ad un chiostro ‘colonnato ed arcato’, anche se i lavori di completamento continuarono ancora per tutto il decennio successivo. E già, a motivo di lasciti, rendite e donazioni, pensavano di dover nuovamente riprendere i lavori di abbellimento della vecchia chiesa seicentesca allorquando, nel 1719, l’edificio crollò e i monaci si trovarono nelle necessità di doverla nuovamente “ricostruire” dalle fondamenta. Fu portata rapidamente a compimento nel 1724, come si rileva nella data incisa sull’ultimo ordine della facciata, insieme con lo stemma coronato dei Carmelitani. Ancora alla fine del Settecento (1795), gli stessi monaci erano ancora e di nuovo impegnati al completamento del Convento. Quando l’ordine dei carmelitani venne soppresso, nel 1809, insieme con gli altri ordini religiosi, le sale del convento che affacciava su quella che oggi è via Siciliani, vennero destinate ad accogliere l’Ospedale Civile.

CHIESA DELLA BEATA VERGINE DELLA PURITÀ
Affaccia in via Ottavio Scalfo (angolo via Siciliani), con una facciata bianca e lineare, scandita da due paraste e impreziosita soltanto dall’unica finestra polilobata in asse con il portale principale. Iniziata in epoca tardo-barocca nel 1776, viene completata dopo appena sei anni, nel 1782, come si legge sull’architrave dello stesso portale: ANNO DNI MDCCLXXXII. È annessa all’orfanotrofio-convitto femminile, Istituto Immacolata, che è stato, per il passato, opera di assistenza e di educazione per le fanciulle ‘oneste e povere di Galatina’. Questa istituzione, eretta tra il 1745 e il 1759, è stata voluta e istituita dal canonico Ottavio Scalfo, insieme con la piccola chiesa annessa. Nel testamento redatto prima della propria morte, avvenuta nel 1759, il canonico Scalfo aveva legato tutti i suoi beni a favore degli Scolopi, con l’obbligo di istituire un ‘collegio pubblicò. E, nel caso ciò non fosse stato possibile, tutto il patrimonio e le sue rendite sarebbero dovuti essere devoluti per la fondazione di un ‘conservatorio’ femminile. Finalmente nel 1776, dopo 17 anni dalla sua morte, l’ingente patrimonio viene suddiviso tra gli eredi legittimi e l’erigenda istituzione, che prenderà il nome di Istituto Immacolata, cui furono assegnati 15.000 ducati. Con la composizione della lite da parte della Regia Camera di S. Chiara di Napoli, nel 1776, e l’assegnazione della somme, viene costituita una commissione per la gestione delle medesime. Questa provvede all’appalto e all’esecuzione del progetto e dei lavori. Il progetto del palazzo e della chiesa viene redatto da Felice de Palma, di Alessano; e la realizzazione dei lavori viene effettuata dal ‘mastro fabbricatore’ Giuseppe Casciaro, di Galatina, e da suo genero.

CHIESA DELLA MADONNA DELL’ADDOLORATA
La costruzione di questa chiesa risale al 1710, come si legge anche nella epigrafe incisa sulla facciata e posta in un ovale collocato alla base dell’ampia cornice, intagliata in pietra, con la nicchia della Vergine dell’Addolorata: CRUCIFIXI UNIGENITI ET DOLORUM MATRI ORATORIUM HOC DEVOTIONIS ERE ORE OPERE ET LABORE AD DEI PARE SOLAMEN AD NATI GLORIAM CIVIUM FRATRUMQUE PIETAS EREXIT ANNO DNI 1710.

CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ O DEI BATTENTI

La chiesa, che affaccia su via Zimara, angolo piazza Galluccio, sempre nel centro storico, è stata sede di una delle più antiche confraternite del Salento e conserva ancora le tracce di antichi splendori. Si eleva austera verso l’alto, con una lineare facciata, quasi di fronte al complesso del monastero delle Clarisse, che sarà eretto di lì a non molto su quella stessa strada del centro storico. Questa verticalità della chiesa doveva apparire ancora maggiore, ed impressionare ancora maggiormente nel passato, allorquando tutta l’attuale piazza Galluccio non esisteva affatto e tutto il corrispondente piazzale era tappezzato delle tipiche basse costruzioni del centro storico, con la prospettiva di tale facciata dettata esclusivamente dalla larghezza di via Zimara. E’ certo però che in una prospettiva ancora più antica la facciata della chiesa era diversamente scandita da quel largo piazzale-giardino, antistante la chiesa, su cui venne impiantato poi tutto il complesso delle Clarisse.

CHIESA DELLE ANIME SANTE DEL PURGATORIO
Dedicata alle Anime Sante del Purgatorio e conosciuta anche sotto il titolo della Madonna delle Grazie, questa chiesa, situata nei pressi e sulla medesima cinta muraria di levante, affaccia sulla parte finale di via Giuseppe Lillo. La Confraternita laicale delle Anime, sorta dall’abolizione della congregazione di S. Caterina da Siena, anticamente stabilita nel convento dei Domenicani fuori le mura, e riconosciuta con regio assenso nel 1767, con la presenza tra le sue fila di oltre 400 fratelli (sacerdoti, nobili, artieri e contadini), fu la committente di questa chiesa perché fosse data grande solennità alla festività di Cristo Risorto. La costruzione dell’edificio risale ai primissimi anni del Settecento e lo stesso era già completata nel 1708.

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
Già sede dei Padri Cappuccini essa è collocata fuori le mura del centro storico sul lato destro della strada provinciale per Corigliano. Un tempo in aperta campagna e oggi inglobata nell’abitato cittadino, è conosciuta anche per i festeggiamenti in onore di San Fedele da Sigmaringen, che qui vengono organizzati. Intitolata fin dall’origine allo Spirito Santo, questa chiesa, più comunemente individuata e più facilmente indicata con la denominazione di chiesa dei Cappuccini, con l’annesso convento,venne edificata a partire dal 1580, in esecuzione della volontà testamentaria di Niccolò Zimara, figlio di Marc’Antonio, con cui si disponeva che dopo la sua morte si provvedesse alla vendita dei suoi beni e con il ricavato si erigesse questo monastero per i Cappuccini. Nel 1811, tre anni dopo la legge napoleonica del 7 agosto 1809, di soppressione anche del monastero dei Cappuccini di Galatina, lo stesso viene chiuso per un breve periodo. Successivamente, nel 1823, i frati Cappuccini tornano a Galatina, ma il convento non raggiunge più l’antico splendore di vita e di dottrina. E nel 1867 il monastero viene chiuso, questa volta sì, definitivamente.

CHIESA DI SAN BIAGIO (GIÀ SANTA CATERINA NOVELLA)
La chiesa sorge fuori le mura, su piazzale Bianchini, angolo via Vito Vallone. Il piccolo piazzale, che oggi costeggia la chiesa dalla parte del lato sud, deriva la sua denominazione dalla presenza medesima degli Olivetani che, vestiti di bianco, venivano così indicati, con il nome di Bianchini, dai Galatinesi. Da questo piazzale parte via Bianchini che conduce ancora oggi a Soleto. È appartenuta al complesso conventuale dell’ordine monastico degli Olivetani, i cui inizi risalgono al 1507. Come si è avuto modo di dire altrove, trattando della presenza degli Olivetani a Galatina, questa chiesa dagli stessi Padri venne chiamata di Santa Caterina Novella per distinguerla da quella già esistente di Santa Caterina d’Alessandria. Oggi è sede parrocchiale sotto l’intitolazione di San Biagio. Ed è sede altresì delle confraternite laicali di San Biagio e della Sacra Famiglia.

CHIESA DI SAN LAZZARO DEI LEBBROSI

Fuori le mura, in via San Lazzaro, ad Est della Città sorge questo piccolo edificio dalla facciata lineare (1681). La chiesa originaria, certamente molto più antica, era probabilmente medievale. Addossata al prospetto della chiesa poi è la statua in pietra del titolare a grandezza naturale. L’interno è decorato secondo il gusto settecentesco, con il caratteristico altare sormontato da una tela raffigurante la Resurrezione di Lazzaro.

CHIESA DI SAN LUIGI
Si trova ubicata, nel cuore del centro storico, in piazza Galluccio. È appartenuta al complesso monastico delle Clarisse con il titolo di Madonna dell’Annunziata. La facciata semplice e disadorna è sormontata da una splendida finestra, riccamente intagliata, in pietra leccese; opera, questa, da attribuire quasi certamente al gusto e alla realizzazione plastica del mastro scalpellino Pietro Antonio Pugliese, il quale in quegli stessi anni che vanno dal 1616 al 1619, aveva operato altresì sempre per l’intaglio della pietra leccese nella chiesa di Santa Caterina Novella, attuale parrocchiale di San Biagio, a Galatina. L’interno, costituito da un’unica aula non molto grande, con i muri perimetrali adorni di altari minori, è scandito in tre navate da quattro colonne. Il coro ligneo, che é stato realizzato per la committenza del Duca Andrea De Vito e che sovrasta l’altare maggiore, è stato realizzato nel 1773 e su di esso è collocato lo stemma degli Andriani.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA GRAZIA
Si trova in Piazza Alighieri fuori dalla cinta muraria del centro storico. È stata realizzata tra il 1720 e il 1743 su una preesistente chiesa del 1508. Annessa ad un monastero adibito a studentato dell’Ordine, entrambe le strutture, la chiesa e il convento, sono state costruite e sono appartenute per moltissimi anni ai Padri Domenicani. La chiesa, così come noi oggi la vediamo, è stata integralmente ricostruita da maestranze del luogo, nella prima metà del Settecento. Anzi, quasi certamente, lo è stata nei primissimi anni di esso, se già nel 1738 la si ritrova riaperta al culto. Questo, infatti, è l’anno che si ritrova nella epigrafe di dedica della chiesa incisa su di una fascia sorretta da due angeli e passante dietro lo stemma dell’ordine dei Domenicani, collocata al coronamento dell’ovale della Vergine delle Grazie, sul portale centrale: VIRGINI DEIPARAE DIVEQ(ue) / GRATIARVM MARIAE / PRAEDICATORVM ORDO / A FVNDAMENTIS EREXIT A. D. MDCCXXXVIII.

CHIESETTA E CRIPTA DI SANT’ANNA
Si trova in aperta campagna fuori le mura in contrada Piani, a sud-est, a circa 1 km dalla Città. La chiesa-cripta, dalle linee ogivali mediterranee, sorge appena fuori dal terreno e, per il resto, si sviluppa quasi completamente sotto il livello del suolo, scavata nella roccia. Molto interessante l’edicola esterna, posta nei pressi dell’omonima cripta, con una cinquecentesca icona in pietra, ad altorilievo, di Sant’Anna.

CHIESA E CRIPTA DELLA MADONNA DELLA GROTTA O DELLA GROTTELLA
È posta fuori le mura, in direzione nord-est, a poco meno di 1 km dalla Città. La chiesa-cripta, costituita da un grande edificio esterno, si sviluppa in parte anche scavata nel terreno calcareo-tufaceo della zona. Nella cripta della Grottella ci sono pregevoli affreschi di apprezzabile valore pittorico.

CHIESA E CRIPTA DI SANTA MARIA DELLA PORTA
Ubicata lontana dal centro abitato, sulla strada per Sogliano in Contrada Pisanello, a più di 1 km dalla Città. Molto interessante è la cupola, a tutto sesto, sormontata da un tamburo. Sul porticato che si sviluppa per tre lati di fronte e a fianco della cripta si aprono le finestrelle e la porta di accesso.

PORTA CAPPUCCINI
È stata realizzata nel 1725 ed è stata ripresa nella struttura superiore nel 1803, all’epoca del Sindaco Domenico Cadura. Posta ad est della cinta muraria, affaccia su via Giuseppina del Ponte, quasi all’inizio di via Corigliano.

PORTA LUCE

Sulla via omonima, posta all’inizio di via Gallipoli, ad ovest del centro storico, deriva il nome dalla vicina chiesa e santuario della Madonna della Luce. E’ stata ricostruita nel 1795. Vi è lo stemma della città di Galatina.

PORTA SAN PIETRO
Comunemente detta Porta Nuova, è posta sul lato nord della cinta muraria e immette su via Turati al crocevia con via Caracciolo. Anche qui si legge lo stemma della città.

SEDILE E VIA VITTORIO EMANUELE II
Antica sede della municipalità e dell’amministrazione della giustizia. Nel corso del XX secolo è stato anche sede del Circolo Cittadino. Oggi è sede del Comando di Polizia Locale. Sulla facciata si distinguono stemmi Aragonesi del 1400 e lo stemma settecentesco della Città. Un pregevole bassorilievo cinquecentesco, attribuito ai Mastri Schindoni Nicola e Marcantonio, raffigura i volti di ignoti “uomini illustri”. È posto di fronte alla TORRE DELL’OROLOGIO, costruita dopo l’Unità nel 1861 e dedicata a Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Sul portale è posto lo scudo dell’arme civica e una corona con croce centrale.

PALAZZO DUCALE O CASTELLO
Si trova al centro della città e affaccia su Piazza San Pietro, Piazza Alighieri e Via Cavoti. Casa della nobiltà galatinese, costruita quando la Terra di San Pietro in Galatina fu data in feudo alla famiglia Castriota-Scanderberg dal Re Ferdinando I d’Aragona detto il Cattolico. Fu residenza dell’Arcivescovo di Otranto Adarzo de Santander (1654-1674). Pare che la facciata in Piazza Alighieri fosse impostata sulle antiche mura della città.

PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE
28, 29, 30 GIUGNO FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO

Dal 28 al 30 giugno Galatina festeggia i Santi Patroni Pietro e Paolo. La nomina di Santi protettori è legata alla tappa che i Santi fecero in Galatina durante i loro viaggi di evangelizzazione. Due santi magnanimi e generosi, che, secondo i racconti e le testimonianze, hanno dispensato benedizioni e miracoli. Sin dal loro arrivo in città. Sì, perché la storia della festa patronale di Galatina è soprattutto una storia di ospitalità e riconoscenza. Si narra, infatti, che San Pietro giunse in agro galatinese durante i suoi viaggi di evangelizzazione, e sostò presso un podere, in contrada San Vito. Anche l’apostolo Paolo si recò a Galatina e, ospitato da un religioso del luogo, si abbeverò in quel pozzo, miracolandone l’acqua e concedendo al feudo che lo aveva accolto l’immunità dal veleno dei ragni e dei serpenti. “Santu Paulu meu de le tarante, ca pizzichi le fimmene a mmenzu all’anche”, o ancora “Lassatile ballare ca è tarantata, ca porta la taranta sutta lu pete”, la storia di San Paolo e dei suoi miracoli risuonano negli stornelli, oggi conosciuti quasi in tutto il mondo. Al centro dei festeggiamenti c’è il rituale del tarantismo, infatti, durante le giornate di festa patronale resta aperta al pubblico la cappella di san Paolo, luogo in cui le tarantate erano portate per ottenere la grazia della guarigione per intercessione di san Paolo Apostolo.
3 DOMENICA DI OGNI MESE MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO
LUNEDI’ MERCATO SETTIMANALE NOHA
MERCOLEDI’ MERCATO SETTIMANALE COLLEMETO
GIOVEDI’ MERCATO SETTIMANALE

PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA
VIA UMBERTO I, 36 I.A.T. GALATINA
0836 569984
iat.galatina@gmail.com