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Il cammino di Pietro

Il secondo cammino che Confesercenti Lecce ha individuato è frutto di un lavoro della stessa che consiste nel cercare di unire, tenendo conto di alcuni riferimenti storici e geografici, le tappe compiute dall’apostolo Pietro approdando sulle coste salentine. Nella metà del primo secolo dopo Cristo secondo tradizione San Pietro partì da Antiochia per giungere a Roma approdando sulle coste salentine. Molteplici luoghi del nostro territorio testimoniano il passaggio dell’apostolo attraverso beni storici, culturali e paesaggistici. La prima tappa che Confesercenti Lecce ha individuato è quella di Santa Maria di Leuca, antico capo japigio, fulcro della navigazione dal mare Adriatico allo Ionio, collegato via terra ai porti di Taranto e Otranto. Per gli antichi greci era Leucos, per i romani era de finibus terrae, cioè ai confini della terra, limite tra Roma e le provincie dell’impero. Qui a Santa Maria di Leuca, una antica fonte recita “Pietro, giunto da Gerusalemme incontrò la popolazione locale”. Tradizione narra che giunto a Leuca, l’apostolo Pietro abbia trovato un tempio pagano dedicato a Minerva e dopo aver evangelizzato le genti del luogo, avrebbe convertito al cristianesimo l’antico tempio pagano. Sorse così la basilica santuario “Santa Maria de finibus terrae”. All’interno della chiesa infatti sul lato destro dell’ingresso si conserva la così detta “Ara di Minerva”. Ill santuario sarebbe poi divenuto uno dei principali centri di pellegrinaggio dell’età antica e medievale. Si narra che San Pietro pretenda, come lascia passare per il regno dei celi, proprio la visita al santuario mariano di finibus terrae almeno una volta nella vita. A pochi chilometri dal santuario di Santa Maria di Leuca a Salignano (frazione di Castrignano del Capo) si trova invece la cripta-grotta di San Pietro, dove secondo la leggenda Pietro dopo essere approdato a Leuca e cristianizzato il tempio pagano, trovò riparo e rifugio dalle persecuzioni romane in una grotta rupestre.
Restando nel territorio di Castrignano del Capo, nella frazione di Giuliano di Lecce troviamo la chiesa di San Pietro a Giuliano. La chiesa sarebbe stata costruita per ricordare il passaggio dell’apostolo dal Capo di Leuca, addirittura, secondo tradizione, già all’epoca di tale avvenimento. Secondo la leggenda San Pietro avrebbe qui riportato in vita un defunto, da cui la decisione della comunità di erigere una chiesa in suo onore. Questa prima tappa, quindi, include un’area che comprende il territorio di Santa Maria di Leuca e quello intorno a Castrignano del Capo.
La seconda tappa che Confesercenti Lecce ha individuato come luogo focale delle tradizioni pietrine è quella di Otranto. La comunità cristiana di Otranto secondo la tradizione sarebbe stata fondata dall’apostolo Pietro, il quale avrebbe qui predicato il Vangelo ed eretto la prima chiesa, come una volta si evinceva da un’antica iscrizione in greco, oggi perduta, all’esterno della splendida chiesa bizantina di San Pietro a Otranto.
Altra tappa individuata da Confesercenti Lecce si trova nel territorio di Galatina, il cui nome ci ricorda come questo luogo sia parte di quella frazione del Salento nota come Grecìa Salentina. In realtà, però, sin dal medioevo e fino all’unità d’Italia il nome completo della città era San Pietro in Galatina, in quanto, secondo tradizione, Pietro sarebbe qui transitato durante il suo viaggio verso Roma. La tradizione, orale e non documentata da antiche fonti scritte, narra di come Pietro colto da stanchezza trovasse riposo dalla fatica del viaggio sedendosi su un masso; e quella pietra, simbolo del suo passaggio in queste terre sarebbe stata poi custodita in un tempio a lui dedicato, la Chiesa Madre dedicata ai S.S. Pietro e Paolo.
Ultima tappa del principe degli apostoli nel suo viaggio verso Roma che Confesercenti Lecce intende valorizzare è quella in cui l’apostolo si fermò nella terra degli “imbrici”: San Pietro in Lama, una volta noto anche come “San Pietro degli imbrici” per la presenza di artigiani che producevano con l’argilla tegole in terracotta. La tradizione narra che nel 43 dopo Cristo dopo essere approdato presso Otranto nel suo viaggio verso Roma, volendo evitare di passare dalla pagana Lupiae (l’attuale Lecce), il principe degli apostoli si sarebbe fermato presso una “lama”, zona acquitrinosa. Questo avrebbe dato origine ad un paese che in ricordo di tale passaggio si sarebbe chiamato San Pietro in Lama.

ATTIVITÀ ECONOMICHE

A Castrignano del Capo l’analisi ha individuato 25 attività del settore della ristorazione (Ristoranti, pizzerie, bar, pub, pasticcerie…), 15 del settore dell’ospitalità (Hotel, b&b, case vacanze…), 7 del settore della produzione agroalimentare (Cantine, oleifici…) e 4 del settore dell’artigianato artistico.

PIATTI E PRODOTTI TIPICI

SCAPECE
L’origine di questo piatto è legata al bisogno di rifornirsi di cibo da conservare per molto tempo e il pesce bene si prestava a questo uso ed era abbondante e facilmente reperibile nelle località costiere. Oggi la scapece viene servita come specialità gastronomica nei ristoranti ed è un prodotto tipico delle feste patronali nel Salento.

Ingredienti
800 g di pesce azzurro.
1 l di aceto.
1 l di olio da frittura.
3 bustine di zafferano.
1 kg di pane.
Farina e sale q.b.

Infarinare il pesce, senza privarlo delle spine, e friggerlo fino a quando non avrà ottenuto un colore dorato. Farlo scolare su della carta assorbente e salare. In una terrina sciogliere lo zafferano nell’aceto e mescolare abbondantemente. Prendere il pane e rimuovete la mollica, sulla quale versare l’aceto fino a coprirla completamente, lasciandola riposare per alcuni minuti. Mettere in un contenitore molto alto e disporre un primo strato di mollica imbevuta d’aceto sul quale aggiungere uno strato, non troppo spesso, di pesce. Alternare i due strati fino al completo riempimento del contenitore. Fare marinare il tutto per almeno 24 ore.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE

BASILICA DI LEUCA
Un viaggio a Leuca è come ritornare nel passato e precisamente ai tempi di San Pietro, il quale in viaggio per Roma, sembra aver fatto tappa proprio qui. Fu allora che il tempio, dedicato alla dea Minerva sul promontorio japigeo (l’attuale Basilica), diventò luogo di culto cristiano. Dopo numerosi attacchi da parte di invasori turchi e saraceni, che sopraggiungevano dal mare, la chiesa, così come la vediamo oggi, fu ricostruita da monsignor Giovanni Giannelli tra il 1720 e il 1755, che diede alla struttura un aspetto fortificato per difenderla proprio dai saccheggiamenti. Con il Santuario furono costruiti anche gli edifici annessi per offrire ospitalità ai pellegrini. L’interno è ad un’unica navata e sull’altare maggiore si può ammirare il dipinto della Madonna con Bambino, opera del pittore Giacomo Palma Junior. Ai lati sono invece ubicati sei altari. L’organo, restaurato di recente, è del 1885 ed è situato sulla cantoria datata 1895. Il Santuario è stato eletto a Basilica minore il 7 ottobre 1990; da allora, la devozione verso la Madonna de Finibus Terrae è andata sempre più incrementandosi, tanto che oggi è meta di numerosissimi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Nel 2000 la Basilica-Santuario si è arricchita di tre bellissimi portoni in bronzo, opera dello scultore Armando Marrocco. Questi i nomi delle tre porte: Janua Coeli (la porta centrale), l’esodo (destra), Stella Maris (sinistra). Con i lavori di restauro sono state riscoperte due sale adiacenti, una destinata a museo e una a conferenze. All’interno delle sale sono state trovate delle nicchie scavate nei muri che servivano per far riposare i pellegrini che arrivavano a piedi dopo giorni e giorni di cammino. All’interno della Chiesa è sistemato un grosso masso monolitico, l’Ara a Minerva, che ricorda il culto alla dea Minerva a Leuca. Al lato opposto una targa in bronzo commemora l’equipaggio della Leon Gambetta, un incrociatore francese affondato al largo di S.M. di Leuca la notte del 26 aprile 1915, trascinando nei fondali 700 uomini. Nel piazzale si può ammirare la colonna Mariana, risale al 1694, opera di Filiberto Aierbo d’Aragona, duca di Alessano e principe di Cassano, sulla quale è stata collocata una Madonnina in preghiera, che riceve il saluto dell’Angelo posto all’inizio degli archi. La “croce monumentale” fu eretta a ricordo del pellegrinaggio del 21 ottobre 1901 promosso da mons. Luigi Pugliese in occasione dell’Anno Santo. Posta sul confine sud-ovest del piazzale, presenta quattro iscrizioni inneggianti a Cristo Redentore. Il faro, ovviamente, non passa inosservato, alto 102 metri, 55 a livello del mare e 47 dalla terra, è stato costruito nel 1864, ed è fra i più importanti d’Italia. La “Croce Pietrina” si trova sul viale che conduce alla Basilica tra gli alberi della pineta, ed è stata costruita a testimonianza del passaggio di S. Pietro.

CHIESA DI SAN PIETRO
La chiesa, che ha una lunghezza di 10 metri è stata costruita, come anche la Centopietre e la Chiesa di San Giovanni, a Patù, con massi isodomi provenienti dall’antica città messapica di Vereto. Dalle varie testimonianze storiche le origini risalirebbero al X secolo e sarebbe stata officiata dai monaci Basiliani o Benedettini. La Chiesa si volle edificata per ricordare il passaggio di San Pietro dall’estremo lembo d’Italia, a ricordo della predicazione è anche presente la Croce Pietrina, una colonna che sorge all’ingresso della Basilica di Leuca. Molti gli storici che occupandosi di Leuca hanno parlato della Chiesa di San Pietro. L’Arditi scrive: “a nord ovest dell’abitato circa un chilometro (oggi sono solo poche centinaia di metri n.d.r.) sorge la cappella di San Pietro che dicesi coetanea della venuta dell’Apostolo in questi luoghi, è dichiarata monumento nazionale di terza categoria sin dal 1871”.

CHIESA DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO
La chiesa ha subito nei secoli diversi interventi di restauro. Al suo interno è presente un organo del 1721, un affresco di autore sconosciuto raffigurante la pietà e alcune tele di pregevole valore artistico. Numerose sono le iscrizioni latine. A Giuliano si può inoltre visitare la chiesa “Madonna del Canneto” del XVIII secolo, al suo interno conserva una statua in legno della Madonna.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE
La chiesa di San Giuseppe era tappa obbligata per i pellegrini che dai paesi dell’entroterra erano diretti al Santuario di Leuca. I lavori di Costruzione iniziarono nel 1620 grazie a frate Tommaso e frate Giacomo. La loro opera però fu interrotta ben presto. Quattro anni dopo, infatti, sopraggiunsero a Leuca gli algerini, che distrussero ogni cosa. I frati abbandonarono il luogo e la chiesa rimase in abbandono. Successivamente fu completata grazie alla popolazione di Castrignano e Salignano che vi costruirono anche un piccolo rifugio per i pellegrini. Decorazioni si possono ammirare sul portale d’ingresso. Oggi la chiesa si trova circondata da una grande pineta e viene aperta in occasione della festa di San Giuseppe il 19 marzo.

CHIESA DI SANT’ANDREA E DELLA PURIFICAZIONE
Sant’Andrea Apostolo è il protettore di Salignano e la chiesa madre è a lui dedicata. La costruzione fu iniziata nel 1788. A metà dell’opera però i lavori si bloccarono per delle controversie. Ripresero nel 1846 ma nuovamente furono interrotti. Giunsero a termine nel 1854. Un anno dopo, la chiesa fu consegnata ai suoi fedeli in occasione della festa del protettore. Si può ammirare inoltre la chiesa della Purificazione del secolo XVI al cui interno è conservato un pregevole quadro in tela “La Purificazione”. Sono presenti due cappelle, una del XX secolo, la “Madonna del Rosario” e la cappella Pirelli al centro del Paese.

CHIESA MADRE
A Castrignano del capo merita di essere visitata la Chiesa Madre dedicata a San Michele Arcangelo. I lavori iniziarono il 2 aprile del 1743 sulle rovine di una precedente chiesa, distrutta dal terremoto che il 20 febbraio dello stesso anno sconvolse tutta la penisola salentina. Fu completata nel 1751 e il 22 dicembre avvenne la consacrazione alla presenza del vescovo D. Luigi D’Alessandro, del Sindaco Bartolo Angelici e di tutta la popolazione. Il materiale usato nella costruzione è il cosiddetto “carparo”, calcare sabbioso duro che è molto resistente alle intemperie. Chiesa Madre Castrignano La chiesa misura 17 metri in altezza, 36 in lunghezza e 11 in larghezza. Il portone centrale è riccamente lavorato con bassorilievi (angeli, motivi floreali), da stemmi che ricordano la vecchia chiesa, e una statua in pietra di San Michele adagiata al centro di una cornice che poggia su due colonne laterali. La chiesa, ad un’unica navata ha sei altari laterali tre per lato e numerose tele raffiguranti S. Oronzo, San Michele, S. Giovanni Battista, la Madonna delle Grazie, la Vista di Maria ad Elisabetta. Vi è inoltre la statua in legno di S. Michele Arcangelo del 1707 opera del famoso scultore napoletano Nicola Fumo, intorno alla quale si sono create varie leggende, una delle quali attribuisce alla statua dei poteri soprannaturali che nel 1867 liberarono il paese da una spaventosa epidemia di colera. Alto circa tre metri e largo 2, con tutta la sua bellezza, spicca sopra il terzo altare a desta l’organo costruito da un illustre artigiano, Sebastiano Kircher nel 1751. E’ formato da una cassa a tre campane e 25 canne; dietro l’organo si trovano due mantici che servivano per immettere l’aria e farlo funzionare.

MADONNA DELLE RASCE
Si trova ad un chilometro della Basilica di Leuca, in aperta campagna nella zona detta Crimino, dove in passato esisteva un borgo nato dalla distruzione di Vereto e Leuca. I lavori iniziarono nel 1678 e si conclusero nel 1699; alla realizzazione della chiesa contribui tutta la popolazione. Sulle origini vi sono varie ipotesi, per il Tasselli la chiesa fu costruita da una donna di Alessano come ringraziamento alla Madonna per la grazia ricevuta. Per la credenza popolare, invece, a ricevere la grazia fu un massaio che si rivolse alla Madonna per salvare la vita alla giovane moglie in punto di morte per un parto difficile. La Madonna lo rassicurò e l’uomo si diresse verso una grotta in aperta campagna giunse nel posto indicato guidato da una luce celeste e in quel punto fu costruita la chiesa. Lo stile dell’edificio è settecentesco, ha una larghezza di 9 metri e una lunghezza di 11,50. Non presenta particolari decorazioni. Il nome di Madonna delle Rasce è da attribuire ai numerosi rovi che circondano la chiesa. Nel volume La Leuca Salentina, Giacomo Arditi scrive: “nei primi tempi fu molto frequentata; ma oramai non è da norasi altro se non che il clero di Salignano vi canta appena una messa il dì 8 settembre, ed un oblato, piuttosto per comodo suo che per zelo religioso, abita la vicina casuccia”. Da tempo è in abbandono.”

CHIESA DI CRISTO RE
I lavori di costruzione iniziarono nel 1896, su progetto redatto dall’ing. Pasquale Ruggeri, ma l’apertura al pubblico avvenne ben 40 anni dopo nel 1935. Alla realizzazione dell’opera contribuirono alcune nobili famiglie che avevano la residenza estiva. Realizzata in carparo è in stile romanico e gotico. L’interno si divide in tre navate. Da ammirare il pavimento in mosaico completato nell’agosto del 1934 e il rosone della facciata principale. I finestroni recano gli stemmi gentilizi delle nobili famiglie che parteciparono all’opera. Alla cerimonia di inaugurazione, nel 1935, intervenne il vescovo di Lecce Mons. Micelli.

BORGO TERRA
L’antico centro di Castrignano del Capo, Borgo terra rappresenta la prima società rurale del paese e risale al periodo delle nobili famiglie dei Fersini. Le contorte e strette viuzze si snodano tra le bianche pareti delle case a corte e caratteristici balconi che sembrano armonizzarsi a vicenda, soprattutto quando i raggi del sole li illuminano in pieno, creando suggestive e fiabesche visioni. La zona è ricca di oleifici antichi.

CASTELLO DI GIULIANO
Giuliano è un vero “gioiello” di storia, ricco di antiche testimonianze. Un bellissimo portale ci introduce nel centro storico, dove si può ammirare il Castello cinquecentesco, con il fossato e quattro bastioni, il menhir con “cappello” e la chiesa intitolata a San Giovanni Crisostomo.

GROTTE DI LEUCA
Il litorale, sia di ponente che di levante, è costeggiato da numerose grotte, ricche di iscrizioni greche e latine come la grotta “Porcinara”, o di reperti neolitici (ossa lavorate, ceramiche grossolane) come la grotta del “Diavolo”. Entrambe sono visitabili via terra. La grotta del “Diavolo”, si trova su Punta Ristola, misura quaranta metri in lunghezza e diciassette in larghezza e conduce direttamente a mare. Nel 1871, Ulderico Botti compì i primi scavi trovando interessanti ed unici reperti, oggi conservati nel museo di Lecce e Maglie. Furono rinvenute molte armi, utensili di selce e di osso e terracotte che testimoniano la presenza dell’uomo in epoca primitiva. Anche la grotta “Porcinara”, è di notevole importanza storica, gli archeologi nella zona hanno rinvenuto una struttura in doppia cortina muraria l'”eschera”. La grotta è stata scavata in tre ambienti, sulle pareti sono incise le iscrizioni a giove e si possono leggere nomi di navi e di personaggi mitologici come Madaraus, Rhedon, Afrodite. Restando sul versante di ponente e proseguendo con un’imbarcazione verso la marina di Felloniche, si incontrano numerose grotte scavate, in millenni di laborioso lavoro, dalla furia del mare che in questo lembo di terra è particolarmente intensa e suggestiva. Da ricordare sono la “Grotta del Fiume”, la “Grotta del Presepe”, le “Tre Porte”, che è tra le più conosciute e visitate con tre ingressi che si uniscono in un’unica cavità, la “Grotta del Bambino”, importante oltre che per i reperti archeologici rinvenuti anche per il ritrovamento di un molare di un bambino di circa 10 anni che costituisce il primo reperto tra i fossili neanderthaliani del Salento. Ancora abbiamo la “Grotta dei Giganti”, dove sono stati portati alla luce interessanti reperti archeologici, ossa umane, cocci bizantini e frammenti vari. Di interesse paleontologico la “Grotta della Stalla”, utilizzata molto spesso come rifugio dai pescatori sorpresi dal mare in burrasca. C’è poi la “Grotta del Drago” profonda circa 60 metri con una roccia sporgente che assomiglia alla testa di un drago. Dalle grotte di ponente a quelle di levante, anch’esse molto belle e affascinanti come le “Grotte Cazzafri”, ai piedi del promontorio japigeo ricche di stalattiti, la “Grotta del Morigio”, le “Grotte di Terrarico”, “Verdusella”, la “Cattedrale” le “Mannute” la grotta del “Canale” di “Ortocupo” e tante altre.

MENHIR “MENZI”
Giuliano è uno scrigno di tesori. La testimonianza più antica è il Menhir “Menzi” l’unico in provincia con “cappello”. Il centro abitato si ritiene fondato da un centurione romano e successivamente ingranditosi con la distruzione della città messapica di Vereto. Una passeggiata nel centro storico è un tuffo nel passato. La chiesa parrocchiale, del cinquecento ha subito nei secoli diversi interventi di restauro ed è dedicata a San Giovanni Crisostomo. Si può visitare inoltre la chiesa della Madonna del Canneto del XVIII secolo, che conserva una bella statua in legno della Madonna. Alla periferia del paese invece si trova la chiesetta di San Pietro, monumento nazionale di terza categoria dal 1871 (vedi capitolo sulle chiese). Non passa inosservato il castello con il suo fossato e i quattro bastioni. Il borgo antico è ricco di iscrizioni ed epigrafi latine alcune danneggiate dall’erosione della pietra. Molte ripartono brani biblici, altre motti di buon auspicio. Una delle più interessanti si trova sulla porta di un frantoio ipogeo, nelle vicinanze del Menhir: “impiantato non con speranze di guadagno – si legge – ma di libertà, nell’anno del Signore 1789”.

SCALINATA MONUMENTALE
L’acquedotto pugliese ha le sue opere terminali a Santa Maria di Leuca. A conclusione del lungo serpentone di condotte è stata realizzata una cascata, che sfocia in mare, tra due scalinate in pietra, che collegano il promontorio japigeo con il porto pescatori. L’acquedotto pugliese è tra i più importanti del mondo; le sue opere iniziarono nel 1906 e dovevano terminare dopo dieci anni, ma così non fu perché lo scoppio della prima guerra mondiale bloccò tutto. Conclusa la guerra i cantieri si riaprirono e si giunse nella marina nel 1939.

TORRE CINQUECENTESCA
La Torre, alta quindici metri e larga venti, è dotata di dieci piombatoi e cinque cannoniere ed è a forma circolare. In questo centro si può ammirare la Torre di difesa costruita nel 1550 come riporta un’iscrizione sull’architrave della porta d’ingresso.

TORRI COSTIERE
Come tutto il territorio salentino anche Castrignano del Capo, con il suo litorale, offre numerose torri costiere, alcune diroccate, altre distrutte di cui se ne possono vedere solo i ruderi. Furono fatte costruire dagli spagnoli e servivano per dare maggiore sicurezza alle popolazioni, sempre vittime delle incursioni devastatrici, che abitavano lungo la costa o nell’entroterra. Alcune erano torri-vedetta, altre di difesa. In località Marchiello si può notare quello che resta dell’omonima torre di forma tronco-conica; proseguendo verso Leuca, all’ingresso della marina, in buono stato di conservazione, vi è la torre dell’Omo morto. La sua edificazione risale al 1555 ad opera di Andrea Gonzaga e fino al 1860 fu abitata. Al suo interno sono state rinvenute delle ossa umane. Un’altra torre di difesa sorgeva sul promontorio japigeo ma oggi ne esistono solo labili segni, oltre ai testi degli storici locali. La torre più bella si trova nella frazione di Salignano al centro del paese. È stata costruita nel 1550. La base ha un diametro di circa 20 metri ed un’altezza di 15. Era una torre di difesa, ma grazie ad un tunnel sotterraneo gli occupanti, in caso di pericolo, potevano abbandonare la struttura e fuggire in aperta campagna.

PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE

DAL 26 AL 29 SETTEMBRE FESTA DI SAN MICHELE ARCANGELO e SS MEDICI
Durante l’ultima settimana di Settembre si festeggiano San Michele Arcangelo e ai SS. Medici. Il paese si prepara con grande devozione alla festa nella quale sono previste le tradizionali processioni del 26 e del 28 settembre, le bancarelle, le sontuose luminarie e un grande spettacolo di fuochi pirotecnici. San Michele è definito il guerriero celeste. È patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi e di tutti i mestieri che utilizzano la bilancia (farmacisti, pasticceri, droghieri).

15 AGOSTO SANTA MARIA DI LEUCA FESTA DELLA MADONNA DI LEUCA
La festa della Madonna di Leuca del Ferragosto è preceduta da diversi appuntamenti religiosi e civili che si alternano nei giorni immediatamente precedenti il 15 agosto. Si tratta di eventi ormai legati alla tradizione e che coinvolgono il Santuario di “Santa Maria de finibus terrae” e la Chiesa di Cristo Re nei pressi del lungomare di Leuca. La partecipazione agli eventi di ferragosto è ogni anno sempre più numerosa grazie alla partecipazione di fedeli e pellegrini provenienti da tutte le località della Puglia. Tra gli appuntamenti più attesi la processione con le fiaccole, l’intorciata, l’apertura della Cascata Monumentale, la processione a mare ed il meraviglioso spettacolo dei fuochi d’artificio a mezzanotte.

GIOVEDI MERCATO SETTIMANALE
DOMENICA MERCATO STAGIONALE SANTA MARIA DI LEUCA
19 MARZO FIERA DI S. GIUSEPPE

PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA

IAT INFO POINT LEUCA
PIAZZA SAVOIA, N. 3 – SANTA MARIA DI LEUCA
0833 758111
iatinfopointleuca@gmail.com
iatleuca@libero.it

 

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

TIPOLOGIA INFRASTRUTTURA INDIRIZZO DESCRIZIONE
STRADA STATALE 16 Lunghezza 1001 km collega Padova a Otranto percorrendo numerosi Capoluoghi di Provincia
STRADA STATALE 101 Salentina di Gallipoli
STRADA STATALE 274 Salentina Meridionale
STRADA STATALE 275 Di Santa Maria di Leuca, incrocia SS 274
STRADA PROVINCIALE 74 Castrignano del Capo-Santa Maria di Leuca
STRADA PROVINCIALE 191 Castrignano del Capo-Marina di Leuca
STRADA PROVINCIALE 351 Morciano di Leuca-Patù-Castrignano del Capo-Gagliano del Capo
SOCIETÀ TRASPORTI PUBBLICI DI TERRA D’OTRANTO S.P.A. Autolinee che collegano differenti tratte
FSE Autolinee che collegano differenti tratte
ITINERARIO TURISTICO DEL CAPO DI LEUCA Tour tra i comuni del basso Salento, parte da Tricase per poi arrivare a Castrignano del Capo. Percorribile in due o più giorni

ATTIVITA’ ECONOMICHE

PRODUZIONE AGROALIMENTARE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
ENOTECA CANTINA ENOTECA LEUCA VIA ENEA, 4 380 7995908
ENOTECA VINERIA RENNA – ENOTECA STORICA LEUCA VIA CAVALIERE TOMMASO FUORTES, 21, 73040 SANTA MARIA DI LEUCA LE 328 6326994
OLEIFICIO GIUDICE FRANTOIO OLEARIO TRADIZIONALE VIA S. GIUSEPPE, 71 329 8255156
AZIENDA AGRICOLA AZIENDA AGRICOLA STEFANELLI VIA DELLA VITTORIA, 32 366 9506287
BISCOTTIFICIO. DAL 20/11/2006 PANIFICIO. DAL 06/07/2009 PREPARAZIONE PASTA FRESCA BISCOTTIFICIO LA TORRE DI SERGI BRUNO VIA XXIV MAGGIO 2
PANIFICIO DE NUCCIO DAMIANO VIA S.F. D’ASSISI 12
COLTIVAZIONE DI ORTAGGI IN COLTURE PROTETTE CASSEL MARION STEPHANIE CATHY ZONA PANZANO SNC
RISTORAZIONE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
GELATERIA, PASTICCERIA, BAR MARTINUCCI VIA FUORTES 6 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833758048
TRATTORIA, PIZZERIA E PUB. BRACERIA PETRACCA VIA VITTORIO VENETO 38 3388277361
BAR, RISTORANTE. ZIO TOM LOCALITA’ CIARDO – SANTA MARIA DI LEUCA 320 299 0740
RISTORANTE RISTORANTE FEDELE VIA DOPPIA CROCE, 55 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833 758732
RISTORANTE GNAM PIZZICHERIA ITALIANA LUNGOMARE COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 375 649 9421
RISTORANTE – PIZZERIA RISTORANTE DEL SUD VIA SAN GIUSEPPE 60 0833 751570
BAR CASTRUM VIA SAN GIACOMO 23 329 329 5502
BAR BAR DEL PORTO VIA DOPPIA CROCE 99 – SANTA MARIA DI LEUCA 349 534 9233
BAR – PIZZERIA BAR NAUTILUS LUNGOMARE C. COLOMBO 0833 758102
PUCCERIA ROSTICCERIA MOLO 29 VIA SANDRO PERTINI 3 345 448 1514
RISTORANTE 24RE VIA ENEA 4 334 98 84 955
RISTORANTE MANGIAMARE VIA LITORANEA LEUCA-GALLIPOLI KM 4,400 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833767802 info@mangiamare.it
TRATTORIA BOCCON DIVINO VIA ENEA 33 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833758174 / 3473552736 info@boccondivinoleuca.com
BAR CHAT BAR PIAZZA SAN MICHELE 26 0833 758771
RISTORANTE BAR PASTICCERIA RETRO’ CASA MUSEO PIAZZA MERCATO 2 0833 751029
RISTORANTE PIZZERIA DEA ATHENA LUNGOMARE COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 327 002 0867
TRATTORIA FULANA PIAZZA S. GIULIANO 1 – GIULIANO DI LECCE 331 4235469 info@fulanatrattoria.it
TRATTORIA BAR LOQUITA VIA SCIESA SNC – SANTA MARIA DI LEUCA 3283718687 / 0833758394 info@ristoranteloquitaleuca.it
RISTORANTE HOSTERIA DEL PARDO VIA DOPPIA CROCE 17 – SANTA MARIA DI LEUCA 349 286 2788 info@hosteriadelpardo.it
RISTORANTE LOUNGE BAR LIDO AZZURRO LUNGOMARE C. COLOMBO 388 653 4361
GELATERIA LA DOLCE LEUCA LUNGOMARE COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 346 313 3220
RISTORANTE LUPO DI MARE LUNGOMARE COLOMBO 10 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833 758228
RISTORANTE ZIO TOM LOCALITA’ CIARDO – S. MARIA DI LEUCA 320 2990740
RISTORANTE TENUTA MONTIRO’ VIA MONTIRO’ 0833 758738 info@montiro.com
RISTORANTE SACRESTIA RESTAURANT VICO ALESSANDRO VOLTA, 1 – SANTA MARIA DI LEUCA 377 312 2334
RISTORANTE SANTA MARIA LUNGOMARE C. COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 392 657 7357
RISTORANTE TORRI DELL’ACQUA VIA DANTE ALIGHIERI, 8 – SANTA MARIA DI LEUCA 340 176 3935 info@torridellacqua.it
RISTORANTE LA CONCHIGLIA LUNGOMARE C. COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 348 893 6510
RISTORANTE LA LANTERNA VIA A. DA GIUSSANO, 19 – SANTA MARIA DI LEUCA 392 450 7543
RISTORANTE CALURA VIA FRATELLI CAIROLI, 22 – SANTA MARIA DI LEUCA 349 708 7890
RISTORANTE LIDO ALBACHIARA LUNGOMARE C. COLOMBO, 73 – SANTA MARIA DI LEUCA 388 634 4406
RISTORANTE CAFE DO MAR VIA BOLZANO, 7 – SANTA MARIA DI LEUCA 0833218296 cafedomar.leuca@gmail.com
RISTORANTE SAMARINDA LUNGOMARE C. COLOMBO – SANTA MARIA DI LEUCA 392 195 0465 info@samarindafinebeach.it
RISTORANTE COSTA DI PONENTE VIA GALLIPOLI – SANTA MARIA DI LEUCA 392 640 5420
OSPITALITA’
B&B GIACCARI FEDELE PIAZZA SAN MICHELE 5 0833 751202
B&B BIANCA LEUCA VIA S. PERTINI 60 – SANTA MARIA DI LEUCA 347 9592265/347 0457810 biancaleuca1@gmail.com
RESIDENCE BELLEVUE LEUCA VIA FRA BONAVENTURA 30 – SANTA MARIA DI LEUCA 329 9344152 fra.melcarne@gmail.com
B&B LEUCAINEOUT VIA FRANCESCO RUBICHI 4/B – SANTA MARIA DI LEUCA 3760022466/3914187267 borgoineout@libero.it
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B&B VILLA INES VIA LEONARDO DA VINCI, 44 – SANTA MARIA DI LEUCA 349 3941460 info@villainesleuca.com
MASSERIA B&B PALANE VIA VICINALE SAN GIOVANNI BATTISTA S.N. 388 996 6930 info@masseriapalane.com
AGRITURISMO SERINE VIA S. GIUSEPPE 0833 751337 info@agriturismoserine.it
HOTEL VILLA ROMASI VIA VIRGILIO, 55 – SANTA MARIA DI LEUCA 335 491 602 info@villaromasi.com
ARTIGIANATO ARTISTICO
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CERAMICA PER USO DOMESTICO. CERAMICHE DONNA BARBARA DI CARRETTI MAURIZIO VIA DOPPIA CROCE 54
FABBRO – FABBRICAZIONE DI OGGETTI METALLICI LAVORAZIONI IN FERRO BATTUTO. COLACI COSIMO VIA TEVERE 15
ARTIGIANATO TIPICO PREZIOSI STRACCETTI VIA PIAVE,1 ANGOLO VIA ADUA 349 7728780
ARTIGIANATO LA BOTTEGA DI MINA VIA G. GARIBALDI, 29 340 5368963

ATTIVITÀ ECONOMICHE

A Otranto l’analisi ha individuato 40 attività del settore della ristorazione (Ristoranti, pizzerie, bar, pub, pasticcerie…), 39 del settore dell’ospitalità (Hotel, b&b, case vacanze…), 8 del settore della produzione agroalimentare (Cantine, oleifici…) e 19 del settore dell’artigianato artistico.

PIATTI E PRODOTTI TIPICI

CICIRI E TRIA
Ricetta tipica dell’intero territorio salentino ha origini antichissime, sembra sia legata agli arabi ed è stata citata anche dal poeta Orazio nelle sue “Satire” (30-35 a.C.). Nella tradizione popolare salentina è un piatto legato alle celebrazioni per la festa di San Giuseppe, durante le quali venivano allestiti dei lunghi tavoli e si preparavano grandi quantità di questa pietanza da offrire ai poveri del paese.

Ingredienti per 4 persone

Per la pasta
300 g di semola rimacinata
2 cucchiai di olio evo
160 ml di acqua

Per il condimento
400 g di ceci lessati in acqua e alloro
2 spicchi d’aglio
1 cipolla media
Olio evo
Sale
Peperoncino
Pepe
Olio per friggere

Per la pasta impastare tutti gli ingredienti su una spianatoia, tirare una sfoglia non troppo sottile, ricavare delle tagliatelle, avvolgerle su sé stesse e lasciarle asciugare almeno 1 ora. Nel frattempo soffriggere in un abbondante giro d’olio aglio, cipolla affettata sottilmente e peperoncino. Togliere l’aglio ed aggiungervi i ceci, salare e lasciar insaporire per circa 15 minuti. Friggere in olio di semi 1/3 della pasta, scolare e tenere in caldo. Lessare il resto in acqua bollente salata, scolare ed aggiungere ai ceci. Lasciar insaporire qualche minuto e servire con la pasta fritta, un pizzico di pepe un filo d’olio evo.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE

BASILICA BIZANTINA DI SAN PIETRO
La Chiesa di San Pietro costituisce una preziosa testimonianza del dominio bizantino in Terra d’Otranto, epoca in cui la città divenne sede metropolitana (nel 968) alle dirette dipendenze della sede patriarcale di Costantinopoli. La sua datazione è stata per lungo tempo oggetto di dibattito tra gli studiosi, ma dall’analisi della struttura, degli affreschi e delle iscrizioni in lingua greca, sembra riconducibile al secondo periodo aureo dell’architettura bizantina che si avviò a partire dal IX-X secolo d.C.. Infatti, la pianta quadrata contiene una croce greca inscritta, titpica di questa fase dell’architettura religiosa bizantina. All’interno, tre piccole navate sono sormontate da una cupola centrale, sorretta da quattro colonne. Nelle tre absidi sul fondo si dispongono gli splendidi affreschi in stile bizantino databili dal X al XVI secolo. Le pitture più antiche sono la Lavanda dei piedi, che raffigura il Cristo nimbato nell’atto di sollevare la gamba di S. Pietro, e L’Ultima Cena. Al XIV secolo sono ascrivibili la Natività, la Pentecoste e l’Anastasis (la Resurrezione), mentre all’ultima fase del XVI secolo la Presentazione al Tempio e altre figure di santi.

CAPPELLA DELLA MADONNA DELL’ALTOMARE
La chiesa fu edificata nel Seicento e restaurata nel 1744, come ricorda l’epigrafe posta sulla sobria facciata. L’interno, a navata unica, presenta l’altare dedicato alla titolare. La semplicità dell’edificio non deve trarre in inganno, profonda e di antiche origini è infatti la devozione e l’attaccamento alla Madonna dell’Alto Mare da parte degli Otrantini. L’interno, a navata unica, presenta l’altare dedicato alla Vergine. Tutte le decorazioni richiamano alla tradizione marittima: il pavimento a mosaico è decorato al centro con una stella di tradizione marinara, circondata da nodi Savoia o a otto. Tutti gli arredi, anche l’illuminazione, richiamano ai temi del mare: dal cavalluccio marino al delfino, dall’ancora alla conchiglia, quest’ultima che riunisce una doppia simbologia: legata al mare da una parte, legata all’iconologia della perfezione dall’altra. La prima settimana di settembre, la popolazione rende omaggio alla Madonna con solenni festeggiamenti, conducendo la statua in una suggestiva processione in mare.

CATTEDRALE SANTA MARIA ANNUNZIATA
La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Annunziata, fu elevata nel XII secolo sui precedenti insediamenti di epoca messapica, romana e paleocristiana. Consacrata il primo agosto del 1088 dal Legato Pontificio Roffredo, sotto il papato di Urbano II, è la Cattedrale più grande del Salento. La facciata con due spioventi ai lati e due finestre monofore mostra al centro un rosone rinascimentale fatto rifare dall’Arcivescovo Serafino da Squillace all’indomani della liberazione della Città dal dominio turco, durato 300 giorni dal 1480 al 1481, periodo in cui la Cattedrale fu trasformata in moschea. Di forma basilicale con pianta a croce latina (lunga m. 53 e larga m 25) è divisa in tre navate da 14 colonne marmoree con capitelli, abachi ed echini, su cui si elevano archi, possiede un vasto bema e tre absidi semicircolari. Nel 1482, l’abside di destra fu allargata per creare la Cappella dei Martiri di Otranto. Il tetto è a capriate coperto da un soffitto a cassettoni dorati voluto, insieme ad un trionfale arco barocco ed alla disposizione in sette teche di marmo dei resti dei Santi Martiri di Otranto, dall’Arcivescovo Francesco Maria De Aste. Il pavimento musivo, realizzato tra il 1163 e il 1165, sotto il regno di Guglielmo il Malo, commissionato dall’Arcivescovo Gionata reca la firma del presbitero Pantaleone. È l’unico pavimento musivo di epoca normanna rimasto integro in Italia e mostra un gigantesco arbor vitae che costituisce una vera e propria summa medievale tradotta in immagini. Al suo interno si possono osservare figure allegoriche come l’Ascensione al cielo di Alessandro Magno o Re Artù, temi dell’Antico Testamento come la Torre di Babele, il Diluvio Universale, Salomone e la Regina di Saba, un calendario medievale, l’Inferno ed il Paradiso. La Cripta (XI sec.) possiede tre absidi semicircolari e quarantotto campate intervallate da oltre settanta elementi tra colonne, semicolonne e pilastri che reggono il transetto della Cattedrale. La particolarità è nella diversità degli elementi di sostegno, provenienti da edifici antichi e altomedievali, dal vario repertorio figurativo. A destra dell’altare vi è l’affresco della Madonna nera Odegitria.

SANTUARIO DI SANTA MARIA DEI MARTIRI
La chiesa, intitolata anche a San Francesco da Paola, sorge su un’altura che domina la città, il Colle della Minerva. L’edificio, con annesso convento, fu edificato a partire dal 1614, al posto di una preesistente struttura voluta da Alfonso d’Aragona, in ricordo del terribile massacro dei Santi Martiri che qui ebbe luogo. Il 14 agosto del 1480, tre giorni dopo l’occupazione della città, Acmet Pascià, comandante della flotta turca, ordinò che venissero condotti sul colle gli abitanti di sesso maschile con un’età superiore ai quindici anni. Ai prigionieri Acmet propose di rinnegare la fede cristiana e ottenere in cambio la vita. Ottocento uomini si opposero coraggiosamente venendo decapitati, uno ad uno, su un grande masso. La tradizione narra che il primo ad essere giustiziato, Antonio Primaldo, rimase miracolosamente in piedi, senza testa, sino alla fine della macabra esecuzione. Uno dei boia saraceni, Berlabei, rimase così colpito da tale dimostrazione di fede che, gettata via l’arma, si dichiarò cristiano. La sua condanna, atroce, fu di essere impalato. Ancora oggi, lungo la scalinata, si conserva la colonna del suo supplizio. All’interno della chiesa, tra altari e dipinti di pregevole fattura, spicca l’opera di Ludovico Zoppi, datata al XVI secolo, che ritrae l’eccidio dei Martiri.

CASTELLO ARAGONESE
Il Castello, nella sua configurazione iniziale, di fine ‘400, si presentava a forma di quadrilatero (trapezio rettangolo), con ai vertici quattro Rondelle (torri circolari), con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente, come spesso rappresentato nei trattati da Francesco di Giorgio Martini. La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni, che interessarono la fortezza per tutto il ‘500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi da fuoco. È delimitato su tutti i lati da un profondo fossato che viene superato all’ingresso con un ponte, oggi con arco in pietra e calpestio in legno, probabilmente in origine di tipo levatoio. Un corridoio stretto immette direttamente nell’atrio del piano terra. Attraversandolo si nota l’ispessimento della facciata realizzato agli inizi del ‘500. Tutti gli ambienti del piano, sviluppati a ridosso delle cortine esterne, a pianta rettangolare o quadrata, si affacciano sul cortile interno e sono coperti da sistemi a volta. All’esterno del quadrilatero originario si sviluppano due ambienti, certamente tra i più rappresentativi dell’intera struttura: le sale triangolare e rettangolare. La sala triangolare fu generata dagli ampliamenti di metà ‘500, quando fu aggiunto all’esterno il bastione tra le due Rondelle. Particolarmente suggestiva è la copertura a volta di questa sala definita dall’intersezione di tre unghie di padiglione in pietra carparo che seguono la particolare forma in pianta del locale. La Cappella al piano terra si presenta parzialmente affrescata e contiene al suo interno varie cornici ed epigrafi, tra le quali quelle della tomba di Donna Teresa De Azevedo, morta il 23 febbraio del 1707, alla quale il marito, Don Francesco de la Serna e Molina, castellano dell’epoca, dedicò una tenerissima epigrafe in cui la indica quale “esempio di pudicizia, dea di bellezza, modello di onestà, prole di eroi spagnoli” . Al di sotto del piano terra si sviluppa un intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti, che definisce il sistema dei “sotterranei” . Si tratta di ambienti di grande valore storico, molto suggestivi, rimasti immodificati sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine ‘400. Solo alcuni percorsi hanno subito, con il perfezionamento delle armi da fuoco, nel ‘500, piccole trasformazioni e ampliamenti. I sotterranei sono il luogo in cui diventa più facile leggere le differenti fasi che hanno caratterizzato la costruzione del Castello: il primo impianto di fine ‘400, le fodere e i rinforzi delle cortine e di alcune rondelle di inizio ‘500, l’aggiunta del bastione triangolare di metà ‘500 e, infine, la realizzazione del puntone verso mare di fine ‘500. Attraverso una scala in pietra coperta e una scala esterna, sempre in pietra, si può raggiungere il ballatoio del primo piano, che garantisce l’ingresso ad una serie di ambienti che ricalcano in grandi linee posizione e impostazione del piano terra. Da questo livello si accede, però, all’interno delle tre rondelle ancora oggi presenti agli spigoli. Nel cuore delle rondelle, protette da una spessa cortina esterna, sono presenti ambienti a pianta circolare, coperti da cupole emisferiche in pietra carparo, in cui erano collocate bombarde e cannoni orientati verso bocche di fuoco comunicanti con l’esterno. Sulle coperture sono presenti i percorsi di ronda, protetti da muri molto spessi con feritoie per la disposizione di cannoniere. Sia sulle cortine esterne che all’interno dell’atrio sono presenti alcuni stemmi araldici di sovrani e nobili, protagonisti della storia del Castello. Particolarmente interessante quello posto sul portone d’ingresso con lo stemma scolpito dell’Imperatore Carlo V. La fortezza è la location del primo romanzo gotico della storia: Il castello di Otranto, di Horace Walpole (1764).

BORGO ANTICO
È emozionante camminare sull’antico lastricato fatto di pietre vive nel borgo antico di Otranto, Sito Messaggero di Pace Unesco. Corso Garibaldi rappresenta l’arteria commerciale del paese. Vanta, infatti, la presenza di innumerevoli negozietti, aperti fino a tarda serata, nei quali si può trovare di tutto: souvenir, oggettistica locale e non, cartoline, abbigliamento, ecc. Più avanti, Piazza del Popolo dove si può notare la “Torre dell’orologio”, edificata nel 1799 e impreziosita dallo stemma cittadino. Successivamente, tra localini e bar, si giunge a “Porta a Mare”, attraverso la quale, percorrendo una lunga scalinata in legno, si arriva al porto. Il centro storico di Otranto si snoda attraverso una fitta rete di stradine nelle quali si possono ammirare costruzioni antiche risalenti a varie epoche. Sul mare, poi, si erge il Bastione dei Pelasgi da dove si può scorgere uno splendido panorama del porto. Nel cuore del borgo antico, trova la sua dimora la basilica di S. Pietro e, nella zona più alta, vi sono la Cattedrale, Torre Matta, il Castello Aragonese. Vicino ai portoni di alcune case, site tra le suggestive viuzze, si possono scorgere delle grosse palle di granito, catapultate dalle bombarde saracene nel 1480. Giacciono lì da tempo immemore quasi a ricordarci la tragedia che colpì gli otrantini.

IPOGEO DI TORRE PINTA
Essa rappresenta un esempio di torre colombaia, edificata su un insediamento di epoca precedente, forse cristiano, data la pianta a croce latina regolare. I tre bracci corti della croce sono orientati a Ovest, a Est e a Sud, mentre la buia galleria, lunga 33 metri, che corrisponde al braccio lungo della croce, è orientata verso Nord. Tutte le nicchie e l’ampio corridoio dal basso soffitto, presentano profonde incisioni provocate dalle unghie dei colombi. Se si osserva con più meticolosità, si noteranno alcuni particolari che rimandano direttamente alla cultura messapica: un forno utilizzato per la cremazione o per i sacrifici, centinaia di cavità adoperate come urne cinerarie e un sedile in pietra collocato lungo le pareti, utilizzato da questo popolo, secondo la loro usanza, per deporre i defunti seduti. L’origine messapica di tale struttura costituisce oggi l’ipotesi più accreditata. La scoperta di questo ipogeo, avvenuta nell’agosto del 1976, è attribuita all’architetto milanese Antonio Susini, il quale affermò con certezza che le numerose cellette esistenti ospitavano piccioni, allevati dai proprietari della vicina masseria. La posizione strategica del sito conferma la supposizione che si trattasse di colombi viaggiatori, al servizio del comando militare borbonico di presidio in Terra d’Otranto. “Avessimo trovato un vaso, una moneta, un’incisione”, affermò Susini. “Invece nulla. Un fatto incredibile, tanto più se si pensa che le centinaia di nicchie scavate in ordini sovrapposti lungo tutte le pareti e nella volta debbono aver custodito altrettante urne cinerarie”. Se ci si sofferma a studiarne tutte le particolarità, si noterà certamente che i loculi originari arrivano fino alla volta. Se ne aprono poi altri, più recenti. La torre vera e propria risale al Medioevo, ma ha subìto successivi rifacimenti. Tale parte è sicuramente quella meno antica ed è caratterizzata da guglie orientali di ispirazione saracena, sulle quali, in passato, furono collocate le palle turche.

TORRE ALFONSINA E MURA ANTICHE
Si tratta della porta principale della città aragonese, che, collocata in posizione contrapposta al Castello, recuperava probabilmente l’ingresso alla cittadella di epoca medievale e forse anche messapica, come si evince da alcuni resti, inglobati all’interno della galleria, nella zona centrale. Nella prima configurazione, alla fine del ‘400, risultava composta da due mezze torri affiancate, con la porta al centro ed un percorso per raggiungerla, scoperto superiormente. Anteriormente era protetta da un rivellino triangolare e da un fossato superabile attraverso un ponte levatoio. Le due mezze Rondelle hanno caratteristiche simili a quelle angolari del circuito fortificato, come la Duchesca, con una prima parte a parete verticale, oggi nascosta dal riempimento del vecchio fossato (il toro marcapiano infatti è posto al livello del pavimento della piazza), una seconda a scarpa, separata con un toro da una terza porzione a parete verticale, dalla quale sporge il coronamento superiore sorretto da beccatelli e archetti ciechi. Anche porta Alfonsina, come le altre Rondelle, nella sua configurazione iniziale, di fine ‘400, si presentava con la parte superiore più bassa e definita da merli con feritoie per gli archi e balestre. Tutto ciò è ancora percepibile osservando le finestrelle esistenti, originariamente vuoti tra due merli consecutivi. Agli inizi del ‘500, quando si operò la sua sopraelevazione fu coperto lo spazio anteriore tra le due torri con una volta a botte, chiusa in facciata da un arco a tre centri. Alcune archibugiere a foro tondo denunciano la presenza di ambienti interni un tempo indispensabili per la difesa radente, oggi accessibili solo in una delle due torri. Sulla facciata principale è presente l’epigrafe “ALFONSINA” che ne attesta la dedica ad Alfonso I, padre di re Ferrante, o al figlio Alfonso II. Sull’altro lato dell’ingresso è presente una seconda epigrafe che recita SIT VIRGO MATER FORTITUDO MEA (Sia la Vergine Madre la mia fortezza). Osservando il monumento sembra evidente che alcuni disegni del Codice Magliabechiano del Maestro senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1502) siano stati alla base del progetto otrantino. Il Bacile di Castiglione dà notizia dell’esistenza di una iscrizione, posta sull’arco della porta, riportante: “FERDINANDUS REX DIVI ALPHONSI FILIUS DIVI FERDINANDI NEPOS ARAGONIUS PORTAS MUROS AC TURRES POST RECEPTUM A TURCIS OPPIDUM SUO REG. STIPENDIO E FUNDAMENTIS FACINDUM CURAVIT”; TRADUZIONE: Re Ferdinando d’Aragona, figlio del divino Alfonso, nipote del divino Ferdinando, dopo aver riconquistato la città dai Turchi, curò la costruzione dalle fondamenta di porte, mura, e torri, con il suo regio stipendio.

TORRE CAMPANARIA
La torre fu edificata nel XII secolo, in epoca normanna, accanto alla Cattedrale con la funzione di torre campanaria. La monumentale struttura è a pianta quadrata, con un robusto alzato ingentilito da quattro finestre con arco a tutto sesto e da cornici, listelli e mensole che decorano l’esterno. I materiali impiegati nella costruzione sono il carparo e il calcare bianco compatto, materiali tipici del territorio salentino. Le numerose campane bronzee, di cui è dotata la torre, furono fuse nel corso dei secoli per volontà di committenti ecclesiastici diversi. Secondo una lunga e consolidata tradizione le prime campane bronzee furono donate ad Otranto ben prima dell’edificazione della torre da San Paolino da Nola.

TORRE DELL’OROLOGIO
Ristrutturata di recente, la Torre dell’Orologio è un monumento cittadino a cui tutti sono affezionati, che domina Piazza del Popolo. Un intervento finanziato in parte anche con un contributo della Fondazione Caripuglia. La Torre è stata edificata nel 1799 e impreziosita dallo stemma cittadino. Un monumento storico ai cui piedi, nella piccola piazzetta, si sono incontrate generazioni di otrantini, e dove oggi, soprattutto nel periodo estivo, scorre un fiume di turisti.

TORRE MATTA
La torre è collocata nella parte di bastione verso mare presente sul lato sud della cortina e prospiciente il porto. Anche la cortina muraria esterna della struttura è stata oggetto in tempi recenti di lavori di restauro e recupero. A seguito della guerra del 1480 l’intera cortina muraria medievale di Otranto fu devastata e rasa al suolo. Dopo la liberazione della città, nel 1481, fu avviato un grande cantiere di ricostruzione della cinta muraria. Nella prima fase di rinnovamento vennero utilizzate delle torri cilindriche (rondelle). In una seconda fase, le strutture divennero più simili a vere e proprie casamatte e l’originaria rondella venne sostituita dal puntone più efficace nella logica del tiro difensivo di tipo radente, preso atto che nella forma circolare della rondella esisteva un punto debole rappresentato dalla generatrice mediana della torre. Otranto vive, nella sua cinta muraria, questa evoluzione tecnica importante, tant’è che nei primi anni del 1500 le originarie rondelle sul lato mare vengono tutte rivestite con cortine murarie idonee a farne puntoni. In particolare, proprio la Torre Matta cilindrica della prima fase fu inglobata all’interno di un bastione quadrangolare nel ‘500, al fine di migliorare l’efficienza balistica dell’intero sistema difensivo. Dal vano superiore si accede direttamente ad un ambiente a tutt’altezza, che rappresenta la chiusura della cortina muraria attorno alla torre cilindrica originaria. Della torre originaria si intravede la parte cilindrica sporgente con una serie di bellissimi beccatelli decorati con motivi tipici dell’epoca. All’interno di questo spazio era presente una grande quantità di detriti e materiale da riporto, riversato in epoca storica. All’esterno del torrione è presente la porta di accesso originaria, anch’essa totalmente colma di materiale da riporto all’avvio dei lavori. Gli ambienti ora sono perfettamente idonei per ospitare mostre, convegni, incontri, in sinergia anche con le attività previste nel vicino Castello Aragonese. Il progetto è finanziato con fondi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

MUSEO DIOCESANO PALAZZO LOPEZ
Il palazzo fu edificato, al tempo del dominio spagnolo, dalla nobile famiglia Lopez. Al nucleo più antico, costituito dalla cinquecentesca casa-torre, nel XVII secolo venne addossato un più ampio corpo di fabbrica, a completare la dimora signorile. Dal 1992, per volontà di monsignor Vincenzo Franco, l’edificio ospita il Museo Diocesano. All’interno è possibile ammirare splendide opere ed elementi architettonici provenienti dalla cattedrale di Otranto e dalle chiese parrocchiali appartenenti alla diocesi locale. I tre piani dell’edificio ospitano sezioni dedicate alla scultura, alla pittura e agli arredi e strumenti liturgici. Tra le opere di maggior pregio, un monumentale fonte battesimale del XVI secolo, attribuito alla bottega del celebre scultore salentino Gabriele Riccardi, ornato da lastre a rilievo raffiguranti scene dell’Antico e Nuovo testamento; i frammenti di un mosaico pavimentale, ascrivibile al IV-V secolo, rinvenuto sotto il pavimento della cattedrale nel corso dei lavori di ristrutturazione; vari strumenti liturgici di grande valore e raffinata fattura.

PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE

2 APRILE E TERZA O QUARTA DOMENICA DI MAGGIO FESTA SAN FRANCESCO DA PAOLA
Il 2 aprile è la solennità religiosa, ma la festa si celebra la terza o la quarta domenica di maggio, una data che varia di anno in anno. Nella giornata di domenica c’è la festa dedicata al Santo con la processione, qui, riprendendo un antico rito che risale al 1600, il sindaco di Otranto consegna la chiave della città al santo, quella stessa chiave che il podestà dell’epoca consegnò all’arrivo in città della pregevole statua in legno.

14 AGOSTO FESTA DEI SANTI MARTIRI DI OTRANTO
La festa dei Santi Martiri di Otranto inizia il 31 luglio con l’esposizione dell’urna dei resti dei martiri nella Cattedrale. Il 13 agosto è la giornata dedicata alla commemorazione civile dell’eccidio di Otranto. Nel pomeriggio del 14 agosto si svolge la processione con l’urna contenente le reliquie dei Santi Martiri, trasportate per le vie della città dai sacerdoti della diocesi idruntina. Le luminarie e le bancarelle pervadono le vie della città creando un’atmosfera festosa, attesissimo è lo spettacolo pirotecnico sul mare a fine festa.

PRIMA DOMENICA DI SETTEMBRE FESTA DELLA MADONNA DELL’ALTOMARE
Nella prima domenica di settembre, Otranto dedica una festa alla Madonna dell’Altomare. La chiesa della Madonna dell’Altomare diventa quel giorno centro spirituale e di identità dell’intera comunità. Sono i pescatori di Otranto ad accompagnare la statua della Vergine, nel piazzale suddetto per la celebrazione della Messa e dopo al “Fascio” per l’imbarcazione. La processione a mare traghetta il simulacro della Madonna nella baia otrantina. Il peschereccio che accoglie la venerata statua in cartapesta viene scortato da alcuni marinai, ai quali, tra l’altro, viene affidata la corona che verrà gettata in mare in memoria di tutte le sue vittime.

3° DOMENICA DEL MESE MERCATO OPERE DEL PROPRIO INGEGNO
MERCOLEDÌ MERCATO SETTIMANALE
1° DOMENICA DEL MESE MERCATO DELL’ANTIQUARIATO

PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA

INFO POINT OTRANTO CASTELLO
VIA BASILICA SNC
0836 210094
0836 210407
turismo@comune.otranto.le.it

INFO POINT OTRANTO PORTO
VIA DEL PORTO – PIAZZA DELL’UMANITÀ MIGRANTE
0836 801436
turismo@comune.otranto.le.it

 

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

TIPOLOGIA INFRASTRUTTURA INDIRIZZO DESCRIZIONE
STRADA STATALE 16 Adriatica Lecce-Maglie-Otranto
STRADA PROVINCIALE 48 Martano-Carpignano Salentino-Otranto
STRADA PROVINCIALE 87 Litoranea Otranto-Porto Badisco-Santa Cesarea Terme
STRADA PROVINCIALE 277 Otranto-Giurdignano
STRADA PROVINCIALE 358 Uggiano la Chiesa-Otranto
STRADA PROVINCIALE 366 Otranto-San Foca-San Cataldo
STAZIONE FERROVIARIA Stazione più orientale d’Italia, Capolinea della linea Lecce-Otranto
SOCIETÀ TRASPORTI PUBBLICI DI TERRA D’OTRANTO S.P.A. Autolinee che collegano differenti tratte
FLIXBUS Autolinee che collegano differenti tratte
FSE Autolinee che collegano differenti tratte
PALMARIGGI-LAGHI ALIMINI Percorso Ciclostrada, lunghezza 16 km
TORRE SPECCHIA-LAGHI ALIMINI-OTRANTO Percorso Cicloturistico, lunghezza 68 km
COSTA NORD Costa che presenta tratti di scogliera e spiagge
OTRANTO, S.NICOLA DI CASOLE, CASAMASSELLA, GIURDIGNANO-CENTOPORTE Ambiente storico con viale alberato e strade antiche
VALLE DELL’IDRO Paesaggio ricco di colture e vegetazione
VALLE DELLE MEMORIE Ambiente storico con numerosi siti storici

ATTIVITA’ ECONOMICHE

PRODUZIONE AGROALIMENTARE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
ENOTECA ENOTECA LA BOTTE DEL DUCA DI MASSAFRA DANIELE  LARGO D’ARAGONA, 18 333 9658735
AZIENDA VINICOLA CANTINE BALDARI VIALE OTRANTO, 29 389 8963591
ENOTECA IDRUSA ENOTECA E PRODOTTI TIPICI DI MARIO TORSELLO VIA BASILICA, 6 338 2534015
ENOTECA LA CAMBUSA PIAZZA CASTELLO, 16
ENOTECA L’ORTALE RISTORO SALENTISSIMO VIA CENOBIO BASILIANO, 14 0836 307413
OLEIFICIO FRANTOIO TENORE STRADA VICINALE FABRIZIO 0836 801877
OLEIFICIO SETTEMBRE AZIENDA AGRICOLA PROV.LE 366 KM 33 VIA ALIMINI GRUPPO SETTEMBRE 0836 802789
OLEIFICIO AGRIOTRANTO A.R.L. VIA S. FRANCESCO DI PAOLA, 68 349 0571662
RISTORAZIONE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
BAR BAR LA TORRE LUNGOMARE DEGLI EROI 9 328 103 6166
RISTORANTE PIZZERIA BIBBO’ LARGO CAVOUR 349 101 7646
RISTORANTE AL TARTUFO VIA IDRO 32 0836804456 / 3932516511 info@altartuforestaurant.it
BAR BAR MOLO LUNGOMARE DEGLI EROI 388 165 0095
BAR CAPRICE VIA CAPPUCCINI 40 0836 801087
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ATTIVITÀ ECONOMICHE

A Galatina l’analisi ha individuato 25 attività del settore della ristorazione (Ristoranti, pizzerie, bar, pub, pasticcerie…), 48 del settore dell’ospitalità (Hotel, b&b, case vacanze…), 3 del settore della produzione agroalimentare (Cantine, oleifici…) e 6 del settore dell’artigianato artistico.

PIATTI E PRODOTTI TIPICI

AFRICANI
L’Africano deve il suo nome, probabilmente, alle origini del pasticcere che lo ha creato. Si pensa che risalgano alla fine del 1700, quando il suddetto pasticciere, innamoratosi, decise di prepararlo per fare un dono prezioso alla sua amante. Fin dalla sua origine è apprezzato per le sue proprietà ricostituenti e può essere considerato una sorta di zabaione solido. Per questo motivo è considerato, anche oggi, un dono “consolatorio” per chi avesse avuto un lutto, fosse stato in convalescenza oppure avesse da poco partorito.

Ingredienti
8 tuorli
270 g di zucchero

Preparazione
Accendete il forno alla temperatura 180° e lasciatelo così per 40-45 minuti. Versate i tuorli in una terrina capiente, unite lo zucchero e montate in modo da ottenere un composto chiaro e spumoso. Distribuite il composto in dei pirottini di carta rettangolari o rotondi senza riempirli fino al bordo. Spegnete il forno, mettete i pirottini in una teglia e inseriteli all’interno del forno spento ma ben caldo. Lasciate asciugare i dolcetti per 20-25 minuti, facendo attenzione a non farli bruciare poiché devono risultare cotti ma bianchi.

VINO GALATINA DOC
Il vino Galatina DOC è pregiato e versatile, con le sue tipologie bianco, rosato, rosso, Chardonnay e Negroamaro. Il Galatina Doc Bianco, dall’odore delicato e gradevolmente fruttato, ha un sapore asciutto, con gradazione alcolica di 11 gradi e si abbina a piatti a base di pesce. Ottimo per gli aperitivi, anche frizzante. Il rosso è di un bel rubino, con riflessi mattone se invecchiato, dall’odore vinoso e intenso, sapore pieno, secco, robusto; anche nella tipologia Novello. Il rosato ha odore delicatamente vinoso, un po’ persistente e fruttato, c’è anche frizzante. Entrambi legano bene con antipasti saporiti, sughi e piatti a base di carne.

PATATA NOVELLA SIEGLINDE
La Patata novella Sieglinde ha un sapore morbido e delicato, un colore giallo brillante e una polpa soda, particolarmente adatta alle insalate. La patata coltivata nel Salento e prodotto tipico di Galatina è una varietà di origine tedesca, merceologicamente classificata nelle patate di tipologia A, ovvero le migliori patate di qualità. I tuberi sono di forma allungata, del peso medio di 100 grammi e solitamente vengono venduti in sacchi a rete da 5 chilogrammi nelle botteghe dei fruttivendoli. La patata Sieglinde è omaggiata con una sagra ad Alliste, nel Sud Salento, nel mese di luglio.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE

CHIESA MADRE SS. PIETRO E PAOLO
La Chiesa Madre (o Chiesa Matrice o Duomo), dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, Santi Patroni e protettori della città, risale ad epoca abbastanza antica anche se con sicurezza non è possibile precisare l’anno della sua fondazione. Comunque, approssimativamente intorno alla metà del XIV secolo, può essere stabilito almeno il tempo in cui venne dato inizio ad una delle più antiche costruzioni di questo tempio. Di certo in questa chiesa si officiò in rito greco sino ai tempi del pontefice Sisto IV (1471-1484), allorquando questi ingiunse a tutti gli ecclesiastici delle diocesi salentine di adottare il rito latino. Chiesa parrocchiale, ridotta nel tempo in precarie condizioni statiche, venne riedificata negli anni 1621-1633, [ Sul primo cornicione, oltre lo stemma della città, è riportata la seguente iscrizione: PRINCIPI APOSTOLORUM ORDO SACER ET CIVES GALATINAE URBIS AEDIFICAVERE A.D. MDCXXI. (M. Montinari, S.d.G., p. 164)] [ Sull’architrave del primo ordine vi è infatti la seguente iscrizione: PRINCIPI APOSTOLORUM ORDO SACER ET CIVES GALATINAE URBIS RAEDIFICAVERE A.D. MDCXXXX. (Guida di Galatina, p. 48) e da Parrocchia venne elevata a Collegiata nel 1664. La costruzione dell’edificio venne ripresa successivamente nel secolo seguente e portata a termine nel 1770. [ Al secondo ordine della facciata, nella cornice di coronamento posta ad architrave, è incisa la seguente iscrizione: INCHOATUM OLIM OPUS TANDEM PIETATE CIVIUM PERFECTUM A.D. 1770 D. ANGELO VERNALEONE SYNDICO].

CHIESA DI SAN PAOLO
Conosciuta dai più come Cappella delle Tarantate si trova in via Garibaldi ed è ubicata sotto il settecentesco palazzo Congedo. Ancora oggi, in occasione della festività dei Ss. Pietro e Paolo, è meta della curiosità di molti turisti e della devozione di qualche tarantolata. Interessante la tela, poco leggibile, raffigurante San Paolo. È qui che sino a tempi non molto lontani convenivano, in una modalità piuttosto appariscente, in occasione della festività dei Ss. Pietro e Paolo, i tarantati (o tarantolati) provenienti da diverse parti del territorio salentino (ricordiamo che Galatina ne era immune), quasi a ricordo del ‘tristo’ evento (il morso della taranta) incorso nella loro vita e, in modo forse più certo, per un ringraziamento della sopravvenuta guarigione al loro ‘stato di malattia’. Di qui essi, una volta ottenuto lo stato di grazia (o la guarigione), si trasferivano poi nella vicina Chiesa Matrice con forme e pratiche devozionali, che a noi oggi possono sembrare talvolta incomprensibili ed esagerate, di personale e spontaneo ringraziamento, che potevano sconfinare in ancestrali forme di antichi culti fino a rasentare vere e proprie forme di isteria e di idolatria.

BASILICA DI SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA
Fatta realizzare da Raimondello Orsini del Balzo ed iniziata nel 1383(1), poteva dirsi già compiuta nel 1391(2). Quest’ultima data è incisa sull’architrave della porta laterale della chiesa, posta alla sinistra dell’osservatore. E furono costruiti anche il monastero Orsiniano, che non è più quello che noi vediamo oggi ricostruito a ridosso della chiesa, e l’antico Ospedale, con diritto di patronato, attualmente denominato Palazzo Orsini e adibito a sede del Municipio.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA LUCE
Sorge fuori le mura, ad Ovest della Città, nei pressi di via Gallipoli sulla omonima via Luce che ad essa conduce. Dell’impianto e dell’edificio originari poco o nulla è stato conservato in quell’ampio intervento di rifacimento operato nella prima metà del nostro secolo allorquando venne distrutto anche il bellissimo altare maggiore, opera della maestria dello scultore architetto Placido Buffelli di Alessano, realizzato intorno al 1670, poco prima della morte (1674) del committente mons. Adarzo de Santander. L’attuale facciata, in stile “neoromanico”, è stata costruita insieme con l’interessante Calvario in stile “neogotico”, che le è stato addossato all’esterno, sul lato della chiesa posto su via Luce. L’anno comune di riferimento di questo rifacimento è il 1933.

CHIESA DEL CARMINE
La sua storia è legata a quella dell’ordine monastico dei Carmelitani, già presenti in Galatina fin dal 1618. All’inizio questi avevano officiato in una piccola cappella sotto il titolo della Madonna del Muro. Dopo una prima ristrutturazione avevano reso questo luogo più solenne con la consacrazione dell’altare maggiore alla Madonna del Carmine. Dopo aver avviato i lavori della costruzione del convento già intorno alla metà del Seicento, nel 1652, a séguito della bolla di Papa Innocenzo X, furono costretti ad abbandonare tutto e a lasciare la città. Ma il loro allontanamento durò ben poco. Rientrati ben presto, nel 1674 essi presero possesso del nuovo monastero, articolato intorno ad un chiostro ‘colonnato ed arcato’, anche se i lavori di completamento continuarono ancora per tutto il decennio successivo. E già, a motivo di lasciti, rendite e donazioni, pensavano di dover nuovamente riprendere i lavori di abbellimento della vecchia chiesa seicentesca allorquando, nel 1719, l’edificio crollò e i monaci si trovarono nelle necessità di doverla nuovamente “ricostruire” dalle fondamenta. Fu portata rapidamente a compimento nel 1724, come si rileva nella data incisa sull’ultimo ordine della facciata, insieme con lo stemma coronato dei Carmelitani. Ancora alla fine del Settecento (1795), gli stessi monaci erano ancora e di nuovo impegnati al completamento del Convento. Quando l’ordine dei carmelitani venne soppresso, nel 1809, insieme con gli altri ordini religiosi, le sale del convento che affacciava su quella che oggi è via Siciliani, vennero destinate ad accogliere l’Ospedale Civile.

CHIESA DELLA BEATA VERGINE DELLA PURITÀ
Affaccia in via Ottavio Scalfo (angolo via Siciliani), con una facciata bianca e lineare, scandita da due paraste e impreziosita soltanto dall’unica finestra polilobata in asse con il portale principale. Iniziata in epoca tardo-barocca nel 1776, viene completata dopo appena sei anni, nel 1782, come si legge sull’architrave dello stesso portale: ANNO DNI MDCCLXXXII. È annessa all’orfanotrofio-convitto femminile, Istituto Immacolata, che è stato, per il passato, opera di assistenza e di educazione per le fanciulle ‘oneste e povere di Galatina’. Questa istituzione, eretta tra il 1745 e il 1759, è stata voluta e istituita dal canonico Ottavio Scalfo, insieme con la piccola chiesa annessa. Nel testamento redatto prima della propria morte, avvenuta nel 1759, il canonico Scalfo aveva legato tutti i suoi beni a favore degli Scolopi, con l’obbligo di istituire un ‘collegio pubblicò. E, nel caso ciò non fosse stato possibile, tutto il patrimonio e le sue rendite sarebbero dovuti essere devoluti per la fondazione di un ‘conservatorio’ femminile. Finalmente nel 1776, dopo 17 anni dalla sua morte, l’ingente patrimonio viene suddiviso tra gli eredi legittimi e l’erigenda istituzione, che prenderà il nome di Istituto Immacolata, cui furono assegnati 15.000 ducati. Con la composizione della lite da parte della Regia Camera di S. Chiara di Napoli, nel 1776, e l’assegnazione della somme, viene costituita una commissione per la gestione delle medesime. Questa provvede all’appalto e all’esecuzione del progetto e dei lavori. Il progetto del palazzo e della chiesa viene redatto da Felice de Palma, di Alessano; e la realizzazione dei lavori viene effettuata dal ‘mastro fabbricatore’ Giuseppe Casciaro, di Galatina, e da suo genero.

CHIESA DELLA MADONNA DELL’ADDOLORATA
La costruzione di questa chiesa risale al 1710, come si legge anche nella epigrafe incisa sulla facciata e posta in un ovale collocato alla base dell’ampia cornice, intagliata in pietra, con la nicchia della Vergine dell’Addolorata: CRUCIFIXI UNIGENITI ET DOLORUM MATRI ORATORIUM HOC DEVOTIONIS ERE ORE OPERE ET LABORE AD DEI PARE SOLAMEN AD NATI GLORIAM CIVIUM FRATRUMQUE PIETAS EREXIT ANNO DNI 1710.

CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ O DEI BATTENTI
La chiesa, che affaccia su via Zimara, angolo piazza Galluccio, sempre nel centro storico, è stata sede di una delle più antiche confraternite del Salento e conserva ancora le tracce di antichi splendori. Si eleva austera verso l’alto, con una lineare facciata, quasi di fronte al complesso del monastero delle Clarisse, che sarà eretto di lì a non molto su quella stessa strada del centro storico. Questa verticalità della chiesa doveva apparire ancora maggiore, ed impressionare ancora maggiormente nel passato, allorquando tutta l’attuale piazza Galluccio non esisteva affatto e tutto il corrispondente piazzale era tappezzato delle tipiche basse costruzioni del centro storico, con la prospettiva di tale facciata dettata esclusivamente dalla larghezza di via Zimara. E’ certo però che in una prospettiva ancora più antica la facciata della chiesa era diversamente scandita da quel largo piazzale-giardino, antistante la chiesa, su cui venne impiantato poi tutto il complesso delle Clarisse.

CHIESA DELLE ANIME SANTE DEL PURGATORIO
Dedicata alle Anime Sante del Purgatorio e conosciuta anche sotto il titolo della Madonna delle Grazie, questa chiesa, situata nei pressi e sulla medesima cinta muraria di levante, affaccia sulla parte finale di via Giuseppe Lillo. La Confraternita laicale delle Anime, sorta dall’abolizione della congregazione di S. Caterina da Siena, anticamente stabilita nel convento dei Domenicani fuori le mura, e riconosciuta con regio assenso nel 1767, con la presenza tra le sue fila di oltre 400 fratelli (sacerdoti, nobili, artieri e contadini), fu la committente di questa chiesa perché fosse data grande solennità alla festività di Cristo Risorto. La costruzione dell’edificio risale ai primissimi anni del Settecento e lo stesso era già completata nel 1708.

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
Già sede dei Padri Cappuccini essa è collocata fuori le mura del centro storico sul lato destro della strada provinciale per Corigliano. Un tempo in aperta campagna e oggi inglobata nell’abitato cittadino, è conosciuta anche per i festeggiamenti in onore di San Fedele da Sigmaringen, che qui vengono organizzati. Intitolata fin dall’origine allo Spirito Santo, questa chiesa, più comunemente individuata e più facilmente indicata con la denominazione di chiesa dei Cappuccini, con l’annesso convento,venne edificata a partire dal 1580, in esecuzione della volontà testamentaria di Niccolò Zimara, figlio di Marc’Antonio, con cui si disponeva che dopo la sua morte si provvedesse alla vendita dei suoi beni e con il ricavato si erigesse questo monastero per i Cappuccini. Nel 1811, tre anni dopo la legge napoleonica del 7 agosto 1809, di soppressione anche del monastero dei Cappuccini di Galatina, lo stesso viene chiuso per un breve periodo. Successivamente, nel 1823, i frati Cappuccini tornano a Galatina, ma il convento non raggiunge più l’antico splendore di vita e di dottrina. E nel 1867 il monastero viene chiuso, questa volta sì, definitivamente.

CHIESA DI SAN BIAGIO (GIÀ SANTA CATERINA NOVELLA)
La chiesa sorge fuori le mura, su piazzale Bianchini, angolo via Vito Vallone. Il piccolo piazzale, che oggi costeggia la chiesa dalla parte del lato sud, deriva la sua denominazione dalla presenza medesima degli Olivetani che, vestiti di bianco, venivano così indicati, con il nome di Bianchini, dai Galatinesi. Da questo piazzale parte via Bianchini che conduce ancora oggi a Soleto. È appartenuta al complesso conventuale dell’ordine monastico degli Olivetani, i cui inizi risalgono al 1507. Come si è avuto modo di dire altrove, trattando della presenza degli Olivetani a Galatina, questa chiesa dagli stessi Padri venne chiamata di Santa Caterina Novella per distinguerla da quella già esistente di Santa Caterina d’Alessandria. Oggi è sede parrocchiale sotto l’intitolazione di San Biagio. Ed è sede altresì delle confraternite laicali di San Biagio e della Sacra Famiglia.

CHIESA DI SAN LAZZARO DEI LEBBROSI
Fuori le mura, in via San Lazzaro, ad Est della Città sorge questo piccolo edificio dalla facciata lineare (1681). La chiesa originaria, certamente molto più antica, era probabilmente medievale. Addossata al prospetto della chiesa poi è la statua in pietra del titolare a grandezza naturale. L’interno è decorato secondo il gusto settecentesco, con il caratteristico altare sormontato da una tela raffigurante la Resurrezione di Lazzaro.

CHIESA DI SAN LUIGI
Si trova ubicata, nel cuore del centro storico, in piazza Galluccio. È appartenuta al complesso monastico delle Clarisse con il titolo di Madonna dell’Annunziata. La facciata semplice e disadorna è sormontata da una splendida finestra, riccamente intagliata, in pietra leccese; opera, questa, da attribuire quasi certamente al gusto e alla realizzazione plastica del mastro scalpellino Pietro Antonio Pugliese, il quale in quegli stessi anni che vanno dal 1616 al 1619, aveva operato altresì sempre per l’intaglio della pietra leccese nella chiesa di Santa Caterina Novella, attuale parrocchiale di San Biagio, a Galatina. L’interno, costituito da un’unica aula non molto grande, con i muri perimetrali adorni di altari minori, è scandito in tre navate da quattro colonne. Il coro ligneo, che é stato realizzato per la committenza del Duca Andrea De Vito e che sovrasta l’altare maggiore, è stato realizzato nel 1773 e su di esso è collocato lo stemma degli Andriani.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA GRAZIA
Si trova in Piazza Alighieri fuori dalla cinta muraria del centro storico. È stata realizzata tra il 1720 e il 1743 su una preesistente chiesa del 1508. Annessa ad un monastero adibito a studentato dell’Ordine, entrambe le strutture, la chiesa e il convento, sono state costruite e sono appartenute per moltissimi anni ai Padri Domenicani. La chiesa, così come noi oggi la vediamo, è stata integralmente ricostruita da maestranze del luogo, nella prima metà del Settecento. Anzi, quasi certamente, lo è stata nei primissimi anni di esso, se già nel 1738 la si ritrova riaperta al culto. Questo, infatti, è l’anno che si ritrova nella epigrafe di dedica della chiesa incisa su di una fascia sorretta da due angeli e passante dietro lo stemma dell’ordine dei Domenicani, collocata al coronamento dell’ovale della Vergine delle Grazie, sul portale centrale: VIRGINI DEIPARAE DIVEQ(ue) / GRATIARVM MARIAE / PRAEDICATORVM ORDO / A FVNDAMENTIS EREXIT A. D. MDCCXXXVIII.

CHIESETTA E CRIPTA DI SANT’ANNA
Si trova in aperta campagna fuori le mura in contrada Piani, a sud-est, a circa 1 km dalla Città. La chiesa-cripta, dalle linee ogivali mediterranee, sorge appena fuori dal terreno e, per il resto, si sviluppa quasi completamente sotto il livello del suolo, scavata nella roccia. Molto interessante l’edicola esterna, posta nei pressi dell’omonima cripta, con una cinquecentesca icona in pietra, ad altorilievo, di Sant’Anna.

CHIESA E CRIPTA DELLA MADONNA DELLA GROTTA O DELLA GROTTELLA
È posta fuori le mura, in direzione nord-est, a poco meno di 1 km dalla Città. La chiesa-cripta, costituita da un grande edificio esterno, si sviluppa in parte anche scavata nel terreno calcareo-tufaceo della zona. Nella cripta della Grottella ci sono pregevoli affreschi di apprezzabile valore pittorico.

CHIESA E CRIPTA DI SANTA MARIA DELLA PORTA
Ubicata lontana dal centro abitato, sulla strada per Sogliano in Contrada Pisanello, a più di 1 km dalla Città. Molto interessante è la cupola, a tutto sesto, sormontata da un tamburo. Sul porticato che si sviluppa per tre lati di fronte e a fianco della cripta si aprono le finestrelle e la porta di accesso.

PORTA CAPPUCCINI
È stata realizzata nel 1725 ed è stata ripresa nella struttura superiore nel 1803, all’epoca del Sindaco Domenico Cadura. Posta ad est della cinta muraria, affaccia su via Giuseppina del Ponte, quasi all’inizio di via Corigliano.

PORTA LUCE
Sulla via omonima, posta all’inizio di via Gallipoli, ad ovest del centro storico, deriva il nome dalla vicina chiesa e santuario della Madonna della Luce. E’ stata ricostruita nel 1795. Vi è lo stemma della città di Galatina.

PORTA SAN PIETRO
Comunemente detta Porta Nuova, è posta sul lato nord della cinta muraria e immette su via Turati al crocevia con via Caracciolo. Anche qui si legge lo stemma della città.

SEDILE E VIA VITTORIO EMANUELE II
Antica sede della municipalità e dell’amministrazione della giustizia. Nel corso del XX secolo è stato anche sede del Circolo Cittadino. Oggi è sede del Comando di Polizia Locale. Sulla facciata si distinguono stemmi Aragonesi del 1400 e lo stemma settecentesco della Città. Un pregevole bassorilievo cinquecentesco, attribuito ai Mastri Schindoni Nicola e Marcantonio, raffigura i volti di ignoti “uomini illustri”. È posto di fronte alla TORRE DELL’OROLOGIO, costruita dopo l’Unità nel 1861 e dedicata a Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Sul portale è posto lo scudo dell’arme civica e una corona con croce centrale.

PALAZZO DUCALE O CASTELLO
Si trova al centro della città e affaccia su Piazza San Pietro, Piazza Alighieri e Via Cavoti. Casa della nobiltà galatinese, costruita quando la Terra di San Pietro in Galatina fu data in feudo alla famiglia Castriota-Scanderberg dal Re Ferdinando I d’Aragona detto il Cattolico. Fu residenza dell’Arcivescovo di Otranto Adarzo de Santander (1654-1674). Pare che la facciata in Piazza Alighieri fosse impostata sulle antiche mura della città.

PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE

28, 29, 30 GIUGNO FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Dal 28 al 30 giugno Galatina festeggia i Santi Patroni Pietro e Paolo. La nomina di Santi protettori è legata alla tappa che i Santi fecero in Galatina durante i loro viaggi di evangelizzazione. Due santi magnanimi e generosi, che, secondo i racconti e le testimonianze, hanno dispensato benedizioni e miracoli. Sin dal loro arrivo in città. Sì, perché la storia della festa patronale di Galatina è soprattutto una storia di ospitalità e riconoscenza. Si narra, infatti, che San Pietro giunse in agro galatinese durante i suoi viaggi di evangelizzazione, e sostò presso un podere, in contrada San Vito. Anche l’apostolo Paolo si recò a Galatina e, ospitato da un religioso del luogo, si abbeverò in quel pozzo, miracolandone l’acqua e concedendo al feudo che lo aveva accolto l’immunità dal veleno dei ragni e dei serpenti. “Santu Paulu meu de le tarante, ca pizzichi le fimmene a mmenzu all’anche”, o ancora “Lassatile ballare ca è tarantata, ca porta la taranta sutta lu pete”, la storia di San Paolo e dei suoi miracoli risuonano negli stornelli, oggi conosciuti quasi in tutto il mondo. Al centro dei festeggiamenti c’è il rituale del tarantismo, infatti, durante le giornate di festa patronale resta aperta al pubblico la cappella di san Paolo, luogo in cui le tarantate erano portate per ottenere la grazia della guarigione per intercessione di san Paolo Apostolo.

3 DOMENICA DI OGNI MESE MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO
LUNEDI’ MERCATO SETTIMANALE NOHA
MERCOLEDI’ MERCATO SETTIMANALE COLLEMETO
GIOVEDI’ MERCATO SETTIMANALE

PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA

I.A.T. GALATINA
VIA UMBERTO I, 36
0836 569984
iat.galatina@gmail.com

 

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

TIPOLOGIA INFRASTRUTTURA INDIRIZZO DESCRIZIONE
STRADA STATALE 16 Adriatica Lecce-Maglie-Otranto
STRADA STATALE 101 Lecce-Gallipoli
STRADA PROVINCIALE 18 Galatina-Collemeto-Copertino
STRADA PROVINCIALE 33 Galatina-Corigliano D’Otranto
STRADA PROVINCIALE 41 Galatina-Noha-Collepasso
STRADA PROVINCIALE 47 Galatone-Galatina-Soleto-SS 16 Adriatica
STRADA PROVINCIALE 362 Lecce-San Cesario di Lecce-Galatina
STAZIONE FERROVIARIA Posta sulla linea Zollino-Gallipoli
AEROPORTO MILITARE A 15 km a Sud della Città di Lecce
SOCIETÀ TRASPORTI PUBBLICI DI TERRA D’OTRANTO S.P.A. Autolinee che collegano differenti tratte
FSE Autolinee che collegano differenti tratte

ATTIVITA’ ECONOMICHE

PRODUZIONE AGROALIMENTARE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
ENOTECA LA CANTINETTA VIA XX SETTEMBRE 0861 650090
AZIENDA AGRICOLA CANTINE BALDARI VIALE OTRANTO, 29 389 8963591
OLEIFICIO OLIO NOCERINO VIA FILIPPO TURATI, 49 320 0374155
RISTORAZIONE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
TRATTORIA LE CASINE SULL’ASSO CONTRADA SPINA 0836 552336 / 349 846 4153
BAR CRYSTALL VIA SOLETO 105 0836 567334
BAR BAR CASTELLO VIA CASTELLO 21 – NOHA 0836 524035
BAR BAR DELLE ROSE PIAZZA DANTE ALIGHIERI 0836 561142
RISTORANTE ANIMA E CUORE CORSO GARIBALDI 7 0836 564301 info@animaecuore.it
BAR CAFE’ ALBERT VIA MONTE BIANCO 9 0836 569924
BAR CAFFE’ ALIGHIERI PIAZZA ALIGHIERI 101 335 723 0002
RISTORANTE I DUE TRAPPETI VIA ROMA – VIA VICINALE DUE TRAPPETI 338 547 0876
PIZZERIA IL COVO DELLA TARANTA CORSO GARIBALDI 393 565 9584
PIZZERIA IL COVO DELLE STREGHE VIA REGGIO CALABRIA, 10 – COLLEMETO 0836 521503 / 320 6040108
TRATTORIA LA CAMPINA VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA 54 348 0572580
RISTORANTE LA TANA DEL LUPO VIA DEL BALZO 26 339 6841750
RISTORANTE LE TRE GRAZIE VIA DEL BALZO 34 328 9278183
RISTORANTE PIZZERIA INCOHO VIALE JONIO 24 0836 562511
PIZZERIA MADAGASCAR VIA IPPOLITO NIEVO 59 – NOHA
PIZZERIA MARVEL VIA SOLETO 187 329 8255389
RISTORANTE PIZZICHERIA PIAZZA DANTE ALIGHIERI 60 0836 639699
RISTORANTE PORTA NOVA VIA CARACCIOLO 14
RISTORANTE SONORA RISTORANTE MESSICANO VIA XX SETTEMBRE 65 0836 565694
RISTORANTE PIZZERIA TERRA DI BACCO VIA PISTOIA 6 0836 528120
LOUNGE BAR RISTORANTE TUSCE’ VIA PRINCIPE DI PIEMONTE 19/21 349 585 9279
CREPERIA YOGORINO P.ZZA ALIGHERI 98 393 148 9354
BIRRERIA COCKTAIL BAR AL POSTICINO CORSO GARIBALDI 4 320 607 2720
PUB B&B ZONA FRANCA VIA SAN ROCCO 0836563920 / 368244797 info@zonafranca96.it
PASTICCERIA ZUCCHERO E CANNELLA VIA MAMELI 3 – NOHA 328 949 0352
RISTORANTE CORTE DEL FUOCO PIAZZETTA SAN LORENZO, 5 0836 565858 info@ristorantecortedelfuoco.it
RISTORANTE IL FIENILE VIA RAIMONDELLO ORSINI, 6 392 037 8604
OSTERIA LA CONCERIA VIA VARESE, 57 0836 210601 info@laconceriaosteria.it
FOCACCERIA LA FOCACCERIA DEGLI ORSINI VIA RAIMONDELLO ORSINI, 7 371 345 6786
BRACERIA BRACERIA VIA PIETRO SICILIANI, 80 389 144 6367
BRUSCHETTERIA BRUSCO VIA ASTI, 10 366 424 5512
PUB SALUMERIA DI TURNO VIA GIUSEPPE LILLO, 43 393 324 8516
PIZZERIA TIPOZERØ VIA RUBERTINI, 3 0836 234401 info@tipozero.it
RISTORANTE BOUCHERIE | DELIZIE DEL PALATO CORSO RE D’ITALIA, 100 0836 212617
PIZZERIA BASILICO VIA CORIGLIANO, 14 339 522 5586
MACELLERIA CON COTTURA I MACELLAI PIAZZA TOMA, 2 0836 234553
OSPITALITA’
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
AFFITTACAMERE ALLO SCRIGNO VIA PUGLIA 27 320 6062087
AFFITTACAMERE EGO’ S.P. 47 GALATINA-GALATONE CONTRADA “SPINA” 391 46 31 147 info@egosalento.it
AFFITTACAMERE IL CORTILE VIA P. SICILIANI 17 320 670 5451
AFFITTACAMERE PALAZZO BARDOSCIA VIA VITTORIO EMANUELE 29 333 6052196
HOTEL RESORT VILLA ELISABETTA STRADA VICINALE DUE TRAPPETI 347 67 33 299 info@villaelisabetta.it
AFFITTACAMERE ZONA FRANCA VIA SAN ROCCO 3 368 24 47 97 / 0836 563920
B&B IL TORRINO S.P. 18 33 392 558 8039
B&B ALEX VIA TRIESTE 23 – GALATINA 340 608 3297
B&B SAFI VIA O. SCALFO, 70 0836 569401 / 349 863 6027
B&B TENUTA VADEA S.P. 362 PER LECCE, KM. 18,600 329 964 5176
B&B GALATINA 1 VIA CASTEL DEL MONTE, 18/PT 329 6181138
B&B CASA DI MARCO VIA VARESE 55 392 55 88 039
B&B CORTE BALDI ANTICA DIMORA CORTE BALDI 2 0836 568345 / 328 339 02 74
B&B GIARDINI ANTICHI VIA SAN ROCCO 35 320 331 6791
B&B GINO’S HOUSE VIA E. TOTI, 2 333 2448966
B&B IL BRUNO ROSSO S.P. 18 333 2573083
B&B IL GAZEBO VIA PUCCINI 56 – NOHA 338 372 0248
B&B IL POZZO DI SAN PAOLO CORSO GARIBALDI 7 368 752 5441
B&B LA DIMORA DEI CONTI CONTRADA MACCHIA – COLLEMETO 348 1364534
B&B LA DIMORA DELLE RONDINI CORSO RE D’ITALIA, 65 366 3535528 ladimoradellerondini@gmail.com
B&B LA DIMORA DI DANTE PIAZZA ALIGHIERI 59 338 4366715
B&B LA TARANTA S.P. 362 PER SOGLIANO CAVOUR 334 6052745
B&B MASSERIA MÒ STRADA COMUNALE SAN VITO 2400 348 554 8726
B&B NATAKI VIA VERONA 26 328 318 7482
B&B PALAZZO CAVOTI VIA ORAZIO CONGEDO 18 328 5688589 bebpalazzocavoti@gmail.com
B&B PALAZZO GARIBALDI CORSO GARIBALDI 11 388 473 0629 info@palazzogaribaldi.com
B&B PALAZZO TADDEO VIA VITTORIO EMANUELE II 18 393 38 76 058
B&B PER LE VIE VIA G. VERGA 11 – NOHA 349 84 48 293 info@perlevie.it
B&B PIAZZA FONTANA LUXURY VIA CAVAZZA 50 351 62 17 028 info@piazzafontanaluxury.com
B&B SERA VIA ROMA 232 338 945 2614
B&B SUITE CAVOUR VIA CAVOUR 31 333 250 2311 info@suitecavour.it
B&B VILLA MADAMA CONTRADA VADEA S.N.C.
B&B VITTORIA RESORT RESIDENCE VIALE SANTA CATERINA NOVELLA 98 328 2207242 masciullo.fabio@libero.it
HOTEL HERMITAGE S.P. 362 – KM. 18 0836 56 12 00 info@hermitagegalatina.it
AGRITURISMO PUNTARELLE CONTRADA CHIUSURA GRANDE – S.P. 362 KM 10 334 717 5547 info@agriturismopuntarelle.it
AGRITURISMO MASSERIA LA FICA LOCALITÀ MASSERIA LA FICA 366 3987170
AGRITURISMO LA CAMPINA DI COLONNA FABIO VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA N. 54 380 5065970
AGRITURISMO MASSERIA FRACCHICCHI LOCALITÀ MONTISANI 347 69 50 258 / 328 38 37 378 masseriafracchicchi@virgilio.it
AGRITURISMO MASSERIA SPALLACCIA CONTRADA SPALLACCIA SNC 328 6023125
B&B ANTICA CORTE VIA CORSICA 2 380.2035449 anticacorte@live.com
CASA VACANZE SALENTU BIZANTINU VIA CATANIA 1 – NOHA
CASA VACANZE ATMOSPHERA VIA MONTENERO 32 328 2929790 / 0833 513546 service@atmosphera.it
B&B ARCO CADURA PIAZZA SAN LORENZO 5 327 869 8130
BED AND BREAKFAST CASTELLO CASTRIOTA SCANDERBERG PIAZZA ALIGHIERI 3284393102 / 3755650380 info@castellosalento.com
B&B KALEIDOS GUEST HOUSE VIA PIETRO SICILIANI 67 3495844083 kaleidosgalatina@gmail.com
B&B LA NACA DELLA TARANTA CORSO DIAZ 138 393 1976045 info@lanacadellataranta.it
B&B SANTA BARBARA RELAIS VIA MARTIRI GALATINESI 10
B&B VILLA GENTILE STRADA PROVINCIALE 18 GALATINA-COPERTINO 12000 351 682 9275
B&B PALAZZO PATTY CORSO M. D’ENGHIEN 351 816 0426
MASSERIA LI PAPPI VIA DELLA CERAMICA, 25 340 0546303 info@lipappi.it
HOTEL NEL CENTRO STORICO VIA DEL BALZO 347 673 3299
B&B PALAZZO BAFFA CORSO MARIA D’ENGHIEN, 103 360 387559 palazzobaffa@gmail.com
B&B VILLA DELLE ROSE S.P. GALATINA – GALATONE, KM 4/5 327 545 9788
B&B I BATTENTI VIA ZIMARA, 22 329 091 3361
ARTIGIANATO ARTISTICO
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
ARTIGIANATO TIPICO FABLE – TERRECOTTE E CERAMICHE ARTIGIANALI VIA VITTORIO EMANUELE II, 15 320 3018961
ARTIGIANATO TIPICO HORME VISIONI ARTISTICHE VIA GIUSEPPE LILLO, 76 BIS 338 7311386
ARTIGIANATO TIPICO AR.RE.D.ART CORSO ARMANDO DIAZ, 110 0836 234174
ARTIGIANATO TIPICO INCARTHEART – LABORATORIO DI CARTAPESTA CORSO PORTA LUCE, 2 328 6531604
ARTIGIANATO TIPICO IL TELAIO CREATIVO VIA ALCIDE DE GASPERI, 6 320 6110797
ARTIGIANATO TIPICO IL CORNICIAIO LABORATORIO D’ARTE VIA DI SOLETO, 128 338 7441865

ATTIVITÀ ECONOMICHE

A San Pietro in Lama l’analisi ha individuato 10 attività del settore della ristorazione (Ristoranti, pizzerie, bar, pub, pasticcerie…), 4 del settore dell’ospitalità (Hotel, b&b, case vacanze…), 3 del settore della produzione agroalimentare (Cantine, oleifici…) e 5 del settore dell’artigianato artistico.

PIATTI E PRODOTTI TIPICI

PEZZETTI DI CAVALLO
I pezzetti di cavallo, sono una ricetta tipica dell’intero territorio salentino. Anche i turisti hanno imparato ad apprezzarli essendo un piatto facilmente reperibile in molti locali tipici, nelle sagre e nelle feste patronali.

1 kg pezzetti di cavallo
1,5 l salsa di pomodoro
1 cipolla
1 costa di sedano
1 carota
2-3 foglie di alloro
Qualche grano di pepe nero
1 peperoncino
1 bicchiere di vino rosso
Sale q.b.
Olio extraverigine di oliva

In una pignata di terracotta preparare un soffritto di cipolla, carota e sedano. Aggiungere i pezzetti di cavallo e lasciarli rosolare avendo cura di rimestarli di tanto in tanto per evitare che aderiscano al fondo della pentola. Tirare la carne con il vino rosso, sino all’evaporazione completa. Versare la salsa di pomodoro sino a ricoprire i pezzetti e chiudere la pentola. Dopo circa un’ora di bollitura a fuoco lento aggiungere il peperoncino e l’alloro. Lasciare per altre due ore a fuoco lento, aggiungere sale e pepe.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE STORICO ARTISTICO E CULTURALE

CHIESA DI SANTA MARIA DELL’ASSUNTA
Costruita tra il 1636-1715, presenta la facciata a due ordini, animata da lesene, stucchi e nicchie. All’interno custodisce un ammirevole Crocifisso seicentesco e varie statue e tele risalenti al XVIII secolo.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CROCE
Ospita un affresco cinquecentesco inserito in un imponente altare barocco, ed alcune tele risalenti al 1600.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
In località “Pozzino” sorge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che conserva vari affreschi del 500.

PRINCIPALI EVENTI FESTE PATRONALI MERCATI E SAGRE

PRIMA DOMENICA DI LUGLIO FESTA DI SAN PIETRO APOSTOLO
Le origini del protettorato sono molto antiche, poiché già prima della nascita del casale il luogo era “terra sancti Petri”, possedimento della curia vescovile di Lecce; anticamente infatti vigeva la consuetudine di donare alla chiesa proprietà terriere che venivano date in onore dei santi apostoli Pietro e Paolo. Caratteristici sono i festeggiamenti del santo, in onore del quale il paese si abbellisce di luci di svariati colori; venditori ambulanti offrono i loro prodotti e concerti di vario genere animano la giornata di festa. Nel pomeriggio della vigilia, dopo la celebrazione dei riti sacri, la statua lignea  di san Pietro viene portata in processione per le vie del paese.

GIOVEDI’ MERCATO SETTIMANALE

PUNTI DI INFORMAZIONE TURISTICA

PRO LOCO SAN PIETRO IN LAMA
VIA REGINA MARGHERITA, 36
3669510274
prolocosanpietroinlama@gmail.com

 

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

TIPOLOGIA INFRASTRUTTURA INDIRIZZO DESCRIZIONE
STRADA STATALE 694 TANGENZIALE OVEST DI LECCE Uscita per Gallipoli
STRADA STATALE 101 SALENTINA DI GALLIPOLI LECCE-GALLIPOLI
STRADA PROVINCIALE 11 Lequile-San Pietro in lama-Monteroni di Lecce
STRADA PROVINCIALE 16 Lecce-San Pietro in Lama-Copertino
POZZINO VIA POZZINO Percorso cicloturistico
ITINERARIO NATURALISTICO – ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DELLA CUPA Lunghezza 34,3 Km, parte da Masseria Petrelli (SQUINZANO) e termina a Villa Urso (MONTERONI)

ATTIVITA’ ECONOMICHE

PRODUZIONE AGROALIMENTARE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
OLEIFICIO AZIENDA AGRICOLA CARICATO VIA DIAZ, 11 329 9447354
ENOTECA TARANTINO VIA DI VITTORIO, 13
DOLCIUMI TIPICI DOLCEMANIA VIA POZZINO 255 331 840 2303
RISTORAZIONE
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
AGRITURISMO LA CONTESSA  SS 16 – VIA LECCE 34 3275552107 /0832633227 celeste@agriturismolacontessa.it
PIZZERIA ALEX CAFE’ VIA REGINA MARGHERITA 91 0832 633958
BAR LADY CAFE’ VIA UNITA’ D’ITALIA 17 0832 263022
BAR NUMBER ONE VIA LIBERTINI 46 0832 523331
BAR ROSTICCERIA GELATERIA TICLI CONCETTA VIA LEQUILE 11 0832 634477
RISTORANTE B&B IL POZZINO VIA POZZINO 7 340.7629029 info@pozzino.it
RISTORANTE CANTINA DON CARLO VIA SANT’ANTONIO 10 0832/263299
PIZZERIA LA RUOTA VIA LA PIRA 18 0832/263318
BAR IL CAPRICCIO VIA ROMA 65 324 950 4000
BAR CAFFETTERIA ROSSINI piazza del popolo 0832 631107
OSPITALITA’
B&B LI TRAINI VIA DIAZ 2 347 576 9903 info@litraini.it
AFFITTA CAMERE LA PUTEA VIA XX SETTEMBRE 36 3477219046
B&B CORTE DEI FIGULI VIA ROMA 32 347 050 3605
B&B IL PRINCIPE VIA RENATA FONTE 8 3316696491 ilprincipe_2013@libero.it
B&B PALAZZO DE CARLO VIA XX SETTEMBRE, 20 340 771 7651
ARTIGIANATO ARTISTICO
TIPOLOGIA DENOMINAZIONE INDIRIZZO TELEFONO EMAIL
ARTIGIANATO ARTISTICO – CERAMICHE BELLIGIANO TIBERIO VIA COPERTINO 0832/631346 belligianotiberio@pec.it
ARTIGIANATO ARTISTICO RATTA LUIGI VIA 11 FEBBRAIO 24 0832 632131
ARTIGIANATO ARTISTICO CERAMICHE FRATELLI MARTINA VIA FRATELLI CERVI 21 0832 261078
ARTIGIANATO ARTISTICO PIERA QUARTA CERAMICA VIA PER MONTERONI 347 4482929
ARTIGIANATO ARTISTICO LABORATORIO ARTISTICO DI BISCONTI TONIO 349 6177913