È stato pubblicato il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, che disciplina l’accesso al trattamento di pensione cosiddetta “Quota 100”, alla pensione anticipata e cosiddetta “Opzione donna”.
Con la circolare INPS 29 gennaio 2019, n. 10 e la circolare INPS 29 gennaio 2019, n. 11, l’Istituto fornisce le istruzioni applicative in materia di accesso alla pensione anticipata, alla pensione “Quota 100”, alla pensione “Opzione donna”, alla pensione in favore dei lavoratori precoci, nonché in materia di assegni straordinari dei fondi di solidarietà e di prestazioni di accompagnamento alla pensione.
Il messaggio 29 gennaio 2019, n. 395, inoltre, illustra le modalità operative di presentazione delle relative domande di pensione, tramite il servizio online Domanda di pensione anzianità/anticipata quota 100 accessibile con il PIN.
Grazie alla quota 100, nuova opzione di pensionamento anticipato circa 300.000 lavoratori potranno decidere di lasciare in anticipo il mondo del lavoro, favorendo così il ricambio generazionale.
Nell’attesa che il decreto legge venga pubblicato in Gazzetta ufficiale e che inizi quindi a produrre i suoi effetti vediamo insieme chi potrà beneficiare di quota 100, come funziona, quali limitazioni il Governo ha deciso di inserire per evitare un esodo di massa dal mondo del lavoro e quali novità apporterà in tema previdenziale questa nuova misura.
Il decreto legge chiarisce che possono beneficiare di quota 100 tutti i lavoratori che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi.
Quota 100 sarà valida a partire da Aprile 2019 fino a tutto il 2021 dopo di che questa lascerà spazio a quota 41, misura che il Governo non ha potuto adottare per mancanza di risorse e che consentirà a tutti coloro che hanno versato almeno 41 anni di contributi di andare in pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica.
La possibilità di lasciare il mondo del lavoro in Primavera però non spetterà a tutti, infatti, come viene ben specificato nel decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza solo i dipendenti privati che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 potranno andare in pensione anticipata a partire dal 1° aprile 2019.
Quelli che invece hanno maturato i requisiti a gennaio 2019 conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 3 mesi.
Discorso diverso per i dipendenti pubblici che per lasciare in anticipo il mondo del lavoro dovranno attendere invece luglio 2019. I dipendenti statali che invece matureranno i requisiti a partire dal 1° aprile 2019 conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 6 mesi.
Stesso discorso per il personale scolastico, infatti coloro che lavorano nelle scuole dovranno attendere l’inizio dell’anno scolastico 2019/20 per andare in pensione anticipatamente.
Nel comma 3 dell’articolo 14 del decreto legge contenente le informazioni sulla riforma previdenziale viene specificato che la pensione quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro.
Ciò vuol dire che dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia non è possibile lavorare.
Il divieto di cumulo non vale invece per le prestazioni occasionali, rispettando però il limite complessivo dei 5.000€ lordi annui.
Si ricorda invece che per raggiungere i 38 anni di contributi è possibile richiedere il cumulo dei contributi.
L’articolo 23 del decreto stabilisce che i dipendenti statali che decidono di beneficiare di quota 100 riceveranno l’indennità di fine servizio nel momento in cui il soggetto avrebbe dovuto maturare il diritto alla corresponsione della stessa, ovvero una volta raggiunta l’età pensionabile.
Quindi per ricevere il trattamento di fine servizio bisognerà attendere il raggiungimento della pensione di vecchiaia, ovvero una volta raggiunti i 67 anni di età.
I dipendenti statali che vorranno ricevere comunque l’indennità di fine servizio potranno rivolgersi agli istituti di credito e stipulare delle apposite convenzioni per l’erogazione anticipata della stessa, con tassi agevolati per i dipendenti.
Così facendo il dipendente potrà ricevere circa 30.000 euro della sua indennità di buonauscita.
L’articolo 22 del decreto legge stabilisce che anche coloro che hanno compiuto 59 anni di età e che hanno versato almeno 35 anni di contributi possono andare in pensione anticipatamente.
Questa possibilità è stata accordata grazie all’istituzione dei fondi di solidarietà bilaterali ai quali viene data la possibilità di erogare un assegno straordinario per il sostegno del reddito in favore di quei dipendenti che decidono di smettere di lavorare fino ad un massimo di tre anni d’anticipo dal raggiungimento di quota 100.
Si ricorda però che coloro che hanno compiuto 59 anni di età e che hanno versato 35 anni di contributi potranno andare in pensione anticipata solamente in presenza di accordi collettivi sottoscritti in accordo con i sindacati, nei quali deve essere stabilito il numero di lavoratori da assumere per sostituire coloro che decidono di lasciare il posto di lavoro.
La domanda di pensione può essere presentata anche tramite i patronati e gli altri soggetti abilitati alla intermediazione delle istanze di servizio all’INPS ovvero, in alternativa, può essere presentata utilizzando i servizi del Contact center.
Fonti: INPS informazionefiscale.it